Il campione olimpico esce deluso dalla finale mondiale del salto in alto chiusa ai piedi del podio. Il saltatore non era nelle migliori condizioni fisiche, ma nonostante questo ha ottenuto il primato stagionale con 2.33 metri. "In pochi pensavano dopo le qualificazioni che sarei arrivato a 2.33, ma fa male non aver centrato il bronzo"
Gianmarco Tamberi esce deluso dalla finale mondiale del salto in alto chiusa al quarto posto. Il campione olimpico non era nelle migliori condizioni fisiche, ma nonostante questo ha ottenuto il primato stagionale con 2.33 metri. La medaglia era alla portata del saltatore che a Sky Sport ha raccontato la sua rassegna iridata guardando anche al prossimo futuro. “La posizione è la cosa che conta più di tutti. Arrivavo da una qualificazione terribile, dovevo lottare con le unghie. Non posso lamentarmi, ma il quarto posto brucia” ha detto l’atleta marchigiano, che non ha nascosto il fatto che l’obiettivo fosse diverso. “Volevo tornare con una medaglia, ma ho saltato in modo quasi eccelso. Saltare 2.33 in queste condizioni è tanta roba. Avevo dolore, non è cambiato, è un mese che ci convivo”. Poi la spiegazione della gara: “Sto imparando a gestirlo, restando concentrato in gara e sul gesto. Sono un uomo da finale, nelle quali riesco a dare il massimo. Avrei firmato per fare 2.33, anche se con due centimetri in più avrei preso la medaglia. Oggi era tutto o niente, potevo uscire subito o prendere la medaglia”. Anche sulla strategia Tamberi ha fornito spiegazioni: “Abbiamo deciso di entrare forte e improvvisare. In pochi pensavano dopo le qualificazioni che sarei arrivato a 2.33, ma fa male non aver centrato il bronzo”. E ancora: “Tutti si aspettavano tanto da noi dopo Tokyo, ma in tanti eravamo acciaccati. Non bisogna mollare mai, restare concentrati e dare il massimo. Oggi in tre sono stati più bravi”. L’atleta, poi, ha spiegato il suo rapporto con il padre-allenatore, al centro di problemi durante l’avvicinamento ai mondiali: “Con mio padre devo risolvere dei problemi personali, tecnicamente facciamo paura da tanti anni. Ma dobbiamo risolvere il problema padre-figlio, vediamo se ci sono le prospettive per proseguire il rapporto tecnico-atleta. Ora gli obiettivi sono risolvere i problemi fisici e gli Europei, ma vorrei esserci solo al meglio. Ne parlerò con la Federazione”.