Meno di un mese all’inizio del campionato e tutti i tifosi si chiedono: dove vedere la prossima Serie A? Su Dazn, certo: i diritti del calcio italiano dall’anno scorso e per le prossime due stagioni appartengono alla piattaforma streaming. Ma dopo le disavventure recenti, tra disservizi e prezzi al rialzo, i nostalgici di Sky sognano ancora di rivedere le partite sul satellite. Uno scenario possibile, anche se forse non come si aspettano gli appassionati. Da mesi sono in corso trattative fra le due parti, per trovare un accordo che possa riportare la Serie A anche su Sky, che attualmente trasmette solo tre partite a giornate. Come riporta MilanoFinanza, il dialogo (che comprende anche Tim, partner forte di Dazn) si è riacceso negli ultimi giorni, e del resto il tempo stringe a poche settimane dal fischio d’inizio. L’intesa sembrava praticamente raggiunta a maggio e invece ancora non è arrivata, perché la quadra non è così facile da trovare: i diritti tv del pallone sono un puzzle complesso, in cui in questo momento ci perdono tutti.
Perde Dazn, i cui conti proprio non tornano, tra brutte figure con i consumatori e numero di abbonati insufficiente a rientrare dell’investimento (come dimostra la scelta forzata di vietare la doppia utenza e alzare i prezzi in vista della prossima stagione). Non parliamo nemmeno di Tim, che con il pallone sognava di sbancare il mercato delle fibra e convertire il Paese alla digitalizzazione, invece ha rimediato un naufragio da oltre mezzo miliardo di euro, tanto da voler uscire al più presto dall’operazione. Paradossalmente, sembra averci rimesso meno Sky, la grande sconfitta dell’ultima asta, che ha scoperto che c’è vita anche senza la Serie A, certo però scivolando in una posizione marginale nelle case degli italiani. Per tutti non resta che leccarsi le ferite e provare a minimizzare le perdite, seppellendo l’ascia di guerra.
Il piano per mettere d’accordo le tre parti al tavolo è piuttosto semplice: Tim pagherà a Dazn meno dei 340 milioni a stagione pattuiti, rinunciando in cambio all’esclusiva che aveva, in modo da permettere a Dazn di tornare a trasmettere anche su Sky. Lo schema è chiaro ma la quadra non è così facile da trovare, perché Tim vorrebbe risparmiare una cifra consistente (si parla di quasi 100 milioni in meno l’anno), Dazn che già ha grossi problemi economici punta a ridurla e a compensare con l’apporto di Sky, che però oggi è in una posizione di forza e a pagare così tanto non ci pensa nemmeno. Il buon senso dice che un accordo alla fine si troverà. C’è anche un indizio che lo conferma e che arriva dalla Germania: qui Dazn e Sky hanno appena firmato un patto per riunire tutta la Bundesliga su Sky, al prezzo scontato di 39,90 euro al mese (separatamente, Dazn aveva adeguato le tariffe a 29,90, Sky a 20,50 euro mensili in offerta per il primo anno). Va precisato, però, che la situazione tedesca è differente da quella italiana, con Dazn che aveva solo 106 delle 380 partite totali: l’accordo, insomma, ricorda più quello italiano del precedente triennio (quando Sky finì per inglobare Dazn nel suo pacchetto calcio, e offrilo ai suoi abbonati più fedeli) che quello che potrebbe crearsi nelle prossime settimane.
In Italia Dazn è e resterà il player principale dei diritti tv della Serie A, almeno fino al 2024. Lo scenario, supplementare e non alternativo all’offerta attuale via streaming, è che alla fine si trovi un accordo a tre che liberi il campionato dall’esclusiva Tim e lo riporti anche su Sky. Attenzione, però: non come ai vecchi tempi, con la visione inclusa nell’abbonamento Sky, ma semplicemente con il passaggio dell’App tramite SkyQ e uno o due canali satellitari, che trasmetteranno le migliori partite della giornata (non tutte, quasi), visibili comunque solo agli utenti Dazn. Comunque vada, l’abbonamento a Dazn rimarrà obbligatorio per vedere il campionato, e al massimo si potrà sperare in qualche offerta congiunta con Sky. Per capirci di più, i tifosi devono aspettare ancora. Quel che è certo, è che dovranno pagare di più rispetto all’anno scorso.