Tensione in Aula a Palazzo Madama dopo l’intervento con cui il capogruppo leghista Massimiliano Romeo ha rilanciato sulle condizioni affinché il partito di Matteo Salvini continui a votare la fiducia: “Governo nuovo, senza M5s, o voto anticipato“, ha attaccato. Parole alle quali sono seguite plateali espressioni di disappunto dai banchi del governo, con i ministri della Difesa e della Salute, Lorenzo Guerini e Roberto Speranza visibilmente contrariati.

Lo stesso premier Mario Draghi, gelido in volto, dopo l’intervento è uscito dall’Aula per andare a interloquire con alcuni ministri e per una breve telefonata, per poi rientrare nell’emiciclo. “Io capisco che il presidente del Consiglio sia uscito dall’Aula, perché ormai i giochi sono fatti: il governo non c’è, il governo, presidente, non c’è più. Non c’è quell’ampia maggioranza necessaria per poter proseguire”, ha attaccato pure Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato e tra i fondatori di Fdi, nel suo intervento.

Draghi è poi uscito e rientrato dall’Aula anche nel corso dell’intervento del forzista Maurizio Gasparri. Tutto mentre aumentavano i conciliaboli in Senato, dopo che tutto il centrodestra si è allineato con la richiesta leghista, Forza Italia compresa. La seduta è stata poi interrotta per un’ora e mezza, su richiesta della stessa FI e Mario Draghi ha deciso di lasciare il Senato, subito dopo la sospensione del dibattito sulle sue comunicazioni e in vista della replica alla ripresa dei lavori.

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Da Draghi nessuna novità, né aperture su salario minimo e reddito di cittadinanza. E sugli “effetti negativi” del RdC smentisce il governo

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