La crisi di governo e la prospettiva sempre più concreta di un voto anticipato vengono seguite con attenzione anche al di fuori dei confini italiani. Tra i Paesi più attenti all’evolversi della situazione a Roma ci sono certamente gli Stati Uniti, tra i più stretti alleati di Mario Draghi in campo internazionale. Un portavoce della Casa Bianca, poco dopo il voto di fiducia al Senato, ha voluto sottolineare che “la partnership con l’Italia è forte e continueremo a collaborare a stretto contatto su una serie di questioni prioritarie, tra le quali il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Russia”, pur precisando di non voler commentare su questioni di politica interna ma di “sostenere e rispettare” le decisioni del Paese.
Toni ben più preoccupati arrivano da Bruxelles, sponda socialista, dove la presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, la spagnola Iratxe Garcia Perez, ha manifestato “preoccupazione per l’evolversi della crisi di governo in Italia”. Per poi passare all’attacco nei confronti degli altri gruppi dell’Eurocamera: “I populisti assieme al Ppe sono i responsabili di questa situazione”.
La Commissione europea, come avviene solitamente durante gli accadimenti nei singoli Stati membri, non vuol commentare ciò che sta avvenendo in Italia, anche se, per bocca del portavoce Eric Mamer, ricorda che “la presidente Ursula von der Leyen ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Draghi ed è impaziente di cooperare con le autorità italiane sulle priorità e le politiche europee”.
Arrivano anche le reazioni dei principali media internazionali. Il Washington Post scrive che “il governo italiano si è spaccato tra i rancori, quando i principali partiti si sono astenuti dal voto di fiducia e hanno inferto un duro colpo al premier Mario Draghi, non lasciandogli altra possibilità che dimettersi”. Secondo il quotidiano americano, a questo punto “il futuro dell’Italia potrebbe essere molto diverso: è molto probabile che il prossimo governo metta insieme un gruppo di partiti nazionalisti e di centrodestra, compresi alcuni che hanno avuto posizioni euroscettiche e filo-russe. Nei giorni scorsi, alcuni politici fedeli a Draghi avevano avvertito che la crisi italiana faceva il gioco del presidente russo Vladimir Putin. Ma non è chiaro quale tipo di approccio adotteranno i partiti al potere. Giorgia Meloni, il cui partito nazionalista Fratelli d’Italia è il più popolare del Paese e l’unico gruppo di opposizione, ha sostenuto a gran voce l’Ucraina contro la Russia”.
Per il quotidiano francese Le Monde “il governo è vicino all’implosione dopo le defezioni di tre partiti” nel corso del voto di fiducia al Senato. “Dopo le sue dimissioni, la settimana scorsa, il primo ministro italiano si era detto pronto a restare in carica se la coalizione si fosse ricompattata – scrivono – Ma Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle hanno annunciato oggi la non-partecipazione al voto di fiducia”.