di Irene Morrione * e Camilla Rovelli **

Le vecchie logiche di leadership legate alla gerarchia, al comando e controllo e all’imposizione, in aziende liquide e luoghi di lavoro che cambiano costantemente, cedono il passo ai Leader 4.0: nuovi creatori di senso e fertilizzatori del talento individuale e collettivo, in grado di creare sinergie potenti tra l’organizzazione e gli individui che la compongono.

Missione, identità, valori: creare un’identità forte

L’idea e la consapevolezza, da parte di ogni persona in azienda di essere parte integrante del gruppo di lavoro, di avere uno scopo e di essere chiamati a iniziare e guidare risoluzioni importanti, individualmente e in team, ha un grande impatto sulla performance e coinvolge tutti in azienda o nella libera professione. Questo è vero ormai da tempo e la pandemia lo ha reso ancora più urgente: non solo il lavoro agile ha portato le persone lontane da quel luogo tradizionalmente aggregativo che era l’ufficio, ma ha risvegliato le coscienze individuali rispetto all’importanza di un “senso di vita” che vada ben oltre il lavoro.

Questo ha portato a quel fenomeno di great resignation, grandi dimissioni, che sta letteralmente mettendo in ginocchio moltissimi settori industriali, costringendo le aziende ad una nuova guerra per reperire e trattenere i migliori talenti sul mercato. Diventa così ancora più importante, per coloro che guidano le organizzazioni, far posto alla condivisione dei valori e l’inclusione, per favorire un’aggregazione identitaria che vada a sostituire quella fisica e che agisca da forza di gravità attrattiva per i talenti all’interno delle organizzazioni.

Connettere le persone al “Senso del lavoro”

Nello scenario attuale in cui le persone hanno perso i propri punti di riferimento e, lavorando sempre più da remoto in una situazione ancora instabile e imprevedibile, possono trovarsi a fronteggiare sentimenti d’angoscia e spaesamento, risulta di fondamentale importanza recuperare il “perché” ovvero il “senso” del proprio lavoro. Comprendere come le proprie attività possano avere un impatto positivo per il team, per l’organizzazione e per la società in generale fa sì che ogni lavoratore riaccenda la propria motivazione e conseguentemente il desiderio di contribuire agli obiettivi organizzativi. Il leader del futuro è un creatore di senso ed è un leader etico. Consideriamo l’ethos, l’insieme dei valori dichiarati ma soprattutto condivisi e vissuti, che, come la forza di gravità, attira virtù anziché vizio all’interno delle organizzazioni. I leader devono essere interpreti, portatori e modelli di quei valori identitari etici che sono diventati la vera leva di motivazione all’interno delle organizzazioni.

Il nuovo leader sinergico ascolta e si mostra umano

Il leader oggi accantona la modalità del comando impositivo e della pura logica per far posto a tutta una serie di prerogative che i “nuovi” lavoratori e giovani talenti sentono essere aggreganti e positive. Ascoltare e lasciare spazio alle passioni, a ciò che attiva e motiva le persone; valorizzare ed includere le unicità che non riguardano solo etnia, genere, età etc , ma tutti gli infiniti modi di pensare, di provare emozioni e di interpretare la realtà; essere in contatto con le proprie vulnerabilità mostrandosi non come un supereroe risolutore di problemi, ma nell’autenticità delle proprie difficoltà e imperfezioni. Questi sono i comportamenti che rendono oggi un leader “umano” e quindi credibile, in particolare agli occhi delle nuove generazioni e dei lavoratori agili.

La leadership sinergica

Nella fisica la sinergia è “un’azione contemporanea, combinata e coordinata di più elementi per il raggiungimento di un determinato fine, con un rendimento maggiore di quello conseguibile con l’azione separate dei singoli elementi”. Creare sinergie significa per il leader accogliere e sviluppare armonicamente tutte le proprie unicità e quelle degli altri, anche le più umane e vulnerabili; saper stare con ciò che emerge abbandonando logiche pure di pianificazione in funzione di modalità decisionali più intuitive e serendipiche; essere partner delle proprie persone favorendo lo sviluppo dei talenti e delle passioni individuali attraverso l’ascolto e le domande.

Questo è quello che viene richiesto al manager 4.0 per vincere le sfide della società liquida. Si delinea così il ritratto di un leader coach che ha lavorato prima di tutto su se stesso per uscire dai modelli vecchi e stereotipati del leader “supereroe” o “condottiero” che possiede tutte le risposte e definisce la strategia verso obiettivi stabili e definiti. Diventa fondamentale per il leader recuperare, invece, la capacità di ascoltare, porsi e porre domande che evochino consapevolezza, fertilizzino il talento e favoriscano l’innovazione, vera e unica chiave di volta per la sopravvivenza e il successo delle organizzazioni in questi tempi instabili e complessi. Ciò può avvenire nel contesto di un nuovo modello di leadership sinergica che favorisce nuovi processi decisionali intuitivi per gestire l’emergente e comportamenti funzionali a guidare la rivoluzione del lavoro nei team, siano essi in presenza che a distanza, per aumentare il livello di benessere di ogni persona in azienda, nell’abitare la complessità contemporanea.

*Irene Morrione è fondatrice e CEO di Into The Change. Master Certified Coach, lavora con organizzazioni multinazionali e italiane, coordinando progetti di Change Management
**Camilla Rovelli è Master Certified Coach, disegna programmi sistemici di Cultural Change, New Mindset Adoption.

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