"Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia - ha spiegato -, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi"
La crisi di governo ha scatenato un terremoto politico che sta mettendo alla prova anche la tenuta dei singoli partiti. E a farne le spese nella giornata più calda, quella della presenza di Mario Draghi in Senato, è Forza Italia con la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, che prima si scontra con alcuni senatori del suo partito, si rende protagonista di un botta e risposta con Licia Ronzulli e poi, quando la prospettiva della fine dell’esecutivo guidato dall’ex Bce è diventata sempre più concreta, annuncia il suo addio alla formazione di Silvio Berlusconi: “Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi 25 anni. Non posso restare un minuto di più in questo partito”, ha scritto in una nota aggiungendo che “Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini“.
A scatenare l’esponente del governo di bandiera forzista sono state le dichiarazioni di voto dei suoi ormai ex compagni di partito che, a differenza dell’ala moderata rappresentata tra i banchi del governo, hanno assunto posizioni ben più radicali annunciando di non avere intenzione di votare la fiducia. Una presa di posizione che ha scatenato la reazione di Gelmini che, a quanto riferiscono fonti parlamentari, si è scagliata contro alcuni senatori, tanto che all’uscita dall’aula ha avuto anche un diverbio con Ronzulli: “Vai a piangere da un’altra parte e prenditi lo Xanax“, le ha detto la compagna dipartito. La risposta: “Contenta ora che hai mandato a casa il governo?”.
“Alla fine del dibattito in aula, la ministra si è alzata dai banchi del governo e si è avvicinata ai banchi dei senatori di Forza Italia dove erano seduti Gallone, Toffanin con fare intimidatorio e puntando il dito indice aggredendoli verbalmente urlando e accusandoli di volere la caduta del governo, ‘per seguire la linea della Ronzulli’. In realtà le cronache di questi giorni testimoniano il mio costante impegno per trovare una soluzione di continuità, e di ciò sono testimoni decine di persone”, ha poi spiegato l’esponente di Forza Italia.
Mentre Gelmini ha poi presentato le motivazioni dietro alla sua decisione di lasciare il partito: “Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia – ha spiegato -, apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Se i danni prodotti al Paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati, mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati”.