Secondo l'indagine PwC Strategy& eReadiness 2022, la maturità del nostro Paese verso il passaggio alla mobilità a elettroni vede, da un lato, il 65% degli italiani propenso all'acquisto di un veicolo a batterie entro i prossimi due anni, dall'altro, una rete di ricarica ancora piuttosto carente
Si può dire, ormai, che le auto elettriche e ibride non siano più qualcosa che gli italiani si limitano a guardare da lontano con diffidenza, scetticismo e bocca storta: anzi, l’interesse verso i modelli PHEV e BEV in particolare – quindi ibridi plug-in ed elettrici puri – cresce e le intenzioni di acquisto pure.
Lo conferma l’indagine PwC Strategy& eReadiness 2022, che ha evidenziato come il 65% degli intervistati italiani si dica interessato ad acquistare un veicolo elettrico o plug-in nei prossimi due anni. La terza edizione del report eReadiness, nello specifico, per la prima volta ha avuto l’obiettivo di “misurare”, attraverso un indice, la maturità nella transizione alla mobilità elettrica di 7 paesi europei (Italia, Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svizzera) e ne ha stilato una classifica, che vede proprio Italia e Spagna alle ultime posizioni.
Questo perché secondo l’indice, in entrambi i paesi, alla crescita dell’interesse verso i veicoli elettrici non si accompagna quella delle infrastrutture. I parametri presi in considerazione per stilare la classifica dei paesi europei “più maturi” rispetto alla transizione all’elettrico sono quattro, e cioè il supporto degli incentivi governativi, le infrastruttura di ricarica, l’offerta dei modelli sul mercato e la domanda da parte dei consumatori.
Se la Spagna condivide con l’Italia la stessa carenza infrastrutturale, e quindi perde punti rispetto a quel parametro specifico, recupera però sul piano degli incentivi: il paese, infatti, per le auto elettriche e ibride ha previsto contributi all’acquisto, esenzioni dall’IVA e riduzione della tassa di possesso annuale. Quanto alle vendite, nel primo semestre 2022 né Italia né Spagna sono andate bene: la percentuale di vendite plug-in o elettriche è stata di circa il 9% delle immatricolazioni totali, contro l’88% registrato dalla Norvegia e il 20-25% che ha riguardato gli altri paesi europei oggetto dell’indagine.
La Norvegia, invece, è prima in classifica e viene seguita dalla Svizzera, al secondo posto, con un livello di infrastruttura di ricarica discreto ma con una penetrazione delle stazioni di ricarica veloce che potrebbe migliorare, secondo la società di consulenza. Seguono ancora Regno Unito e Germania, con 1,3 punti di ricarica (contro l’1,8 svizzero) per migliaia di vetture circolanti, anche se la Germania presenta una penetrazione dell’elettrico maggiore, 24% contro 21% del Regno Unito, dovuta soprattutto alle agevolazioni statali all’acquisto.