Finita l’esperienza di governo, nel “campo largo” si raccolgono i cocci: l’alleanza Pd-M5s si è ridotta in macerie in pochi giorni, quelli che hanno portato alla fine del governo Draghi. E ora emerge la volontà di archiviare velocemente questa ipotesi. “Noi siamo una forza progressista“, dice Giuseppe Conte, ospite di Zona bianca, su Rete4, citando “la giustizia sociale, la transizione ecologica e digitale“. E aggiunge: “Chi vuole lavorare su queste misure, può ritrovarsi a condividere con noi, o a confrontarsi con noi. Poi spetterà al Pd fare le sue scelte“. Un modo per dire che i Cinquestelle rimangono fedeli ai loro temi, semmai è il Partito democratico a voler cambiare rotta. Il leader del M5s parla per la prima volta da quando il ritorno alle urne è stato ufficializzato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conferma la volontà di presentarsi alle elezioni “come leader del Movimento”. E sulla eventuale composizione di una coalizione, ributta la palla nel campo di Enrico Letta, che invece a In Onda Estate, su La7, usa parole che appaiono definitive: “Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata”.
L’implosione del governo Draghi non ha solo ridotto a brandelli la coalizione di unità nazionale, ma ha lasciato gran parte dei suoi strascichi nell’alleanza tra i già giallorossi. C’è la legge elettorale, il Rosatellum, che in qualche modo spinge alle alleanze, almeno elettorali. Ma Letta ha ribadito che “il gesto di ieri e quello accaduto in questi giorni è sostanza, non è un fatto semplice di forma”. E ancora: “Le responsabilità dei partiti che non hanno votato la fiducia ieri sono di tutti, non mi si venga a fare classifiche di responsabilità“. Invece Conte durante il suo intervento a Zona bianca mette in fila i fatti che hanno portato il suo partito alla decisione di mercoledì. E dice: “Non confondiamo gli atteggiamenti del M5s, lineare e coerente, rispetto a quelli di tutti gli altri protagonisti della vicenda”.
“Noi non facciamo delle tattiche prendendo in giro, o giochi di palazzo”, rivendica il leader dei Cinquestelle. Che poi spiega: “Noi ci siamo linearmente presentati in Parlamento chiedendo al premier Draghi di definire un’agenda dicendo le misure da adottare, di chiarirlo pubblicamente, nel confronto con le altre forze politiche. Non era mica una questione personale. Dopodiché il presidente Draghi è stato sprezzante con noi, veramente molto aggressivo, incomprensibilmente e ingiustamente”. “In più – aggiunge Conte- sono intervenute le altre forze politiche, Lega e FI in particolare, che hanno chiesto due cose: andiamo avanti solo se il M5s viene sbattuto fuori dalla maggioranza; vogliamo il rimpasto, che significa nuove poltrone”.
Conte ribadisce quindi quanto aveva già sottolineato dopo l’epilogo dell’esecutivo al Senato: “Abbiamo subito un’umiliazione immeritata di fronte al paese, siamo rimasti sorpresi, sconcertati”. E vuole evidenziare un concetto: “Fino all’ultimo abbiamo pensato di poter rinnovare la fiducia a questo governo perché potesse procedere speditamente per risolvere le urgenze”. Il leader del M5s, a domanda su Beppe Grillo, assicura che “anche lui è sconcertato e sgomento degli attacchi subiti”. Poi Conte ricorda i risultati ottenuti dal M5s al governo: “Noi da mesi parliamo di estendere gli extraprofitti, abbiamo spinto il premier a uno scostamento di bilancio, a intervenire più energicamente in Europ, per un price cap, per una strategia comune, un Energy Recovery Fund“. E rivendica anche quanto fatto da presidente del Consiglio: “Abbiamo già gestito un’emergenza, sappiamo cosa significa, le responsabilità, le tensioni, la complessità. Però abbiamo anche dimostrato di saper operare e ottenere misure importanti“.
Quindi, è il ragionamento di Conte, con Mario Draghi “non c’è nessun personalismo. Quando sono uscito da Palazzo Chigi con il sorriso, gli ho lasciato 15-20 report sui dossier più importanti, volevo metterlo nella condizione di poter già operare nell’interesse del Paese il giorno dopo, e non è mai successo nel passaggio da un presidente all’altro“. A chi gli domanda se c’è qualche problema con il premier, Conte replica: “Andrebbe chiesto all’ospite che manca in questo momento. Per quanto mi riguarda, non è mai stato un fatto personale – ribadisce – lo dimostra che il M5s è stata la forza che più ha lavorato in Parlamento, non ha mai attaccato gratuitamente gli avversari o i compagni di maggioranza”.
“Non abbiamo mai fatto polemiche inutili, però siamo stati continuamente attaccati – vuole però evidenziare Conte – e ieri gli italiani che hanno seguito la diretta dal Senato hanno visto un concentrico attacco nei confronti del Movimento”. Quindi il leader dei pentastellati si chiede: “Cosa fa paura del M5s, perché siamo considerati scomodi, cosa spaventa? Il fatto che abbiamo tagliato il numero dei parlamentari? Che abbiamo introdotto un sistema di protezione per quelli che non hanno voce, che tutti trascurano? Che siamo contro i privilegi e a favore di chi non ha garanzie?”. In chiusura anche una riflessione su chi nelle ultime settimane ha lasciato il M5s, seguendo Luigi Di Maio: “La nostra è una comunità, alcune persone non erano più convinte dei valori e dei principi che abbiamo. Sono andate via, è stato un elemento di chiarezza che ha contribuito a rafforzare lo spirito di comunità. Quelli rimasti convintamente mi aiuteranno a trasformare l’Italia”, chiarisce Conte.