M5s e gruppo Adesso Trieste hanno presentato due mozioni con la richiesta che venissero discusse e votate nel prossimo Consiglio comunale. Ma la maggioranza di centrodestra ha bocciato l'urgenza. Ecco cosa è successo
La conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale di Trieste ha bocciato l’urgenza per due mozioni sull’emergenza incendi e la crisi climatica, proprio mentre il Carso sopra la città è devastato da giorni dalle fiamme. Il fuoco continua infatti a divorare ettari di bosco tra le alture di Gorizia e Trieste, interrompendo l’energia elettrica e bloccando le linee autostradali e ferroviarie, mentre nei vicini comuni di Monfalcone, Staranzano, Ronchi, Sagrado, Doberdò, Savogna e Duino Aurisina si invita la popolazione a restare a casa e a indossare all’aperto le mascherine Ffp2 per proteggersi dal fumo. Nella notte, a Monfalcone, si è infatti superata la concentrazione di 1.600 μg/m3 di pm10 nell’aria, quando il limite di legge è 35 sforamenti dei 50 μg/m3 l’anno.
Nella conferenza dei capigruppo, riunitasi ieri, si è discusso di due mozioni presentate dall’opposizione che si richiamavano alla situazione in corso. La prima, a firma della pentastellata Alessandra Richetti, suggeriva alcuni interventi da mettere in atto per la prevenzione degli incendi: invitava il sindaco Roberto Dipiazza a “istruire con ogni mezzo la popolazione” sul tema, richiamandola a divieti come l’utilizzo di fiamme libere; di farsi promotore presso la Regione “affinché si potenzi, anche temporaneamente, e in attesa delle nuove assunzioni, il corpo delle Guardie forestali della provincia di Trieste”; infine di sollecitare “una concertazione regionale fra i vari soggetti deputati allo spegnimento degli incendi boschivi, in modo che le già scarse risorse in gioco siano impiegate nel modo ottimale”.
La seconda, a firma del gruppo consigliare di Adesso Trieste, riguardava più in generale l’emergenza climatica ed ecologica, e chiedeva al Consiglio comunale di esprimere “cordoglio per le vittime del crollo sulla Marmolada”, di “rafforzare il proprio impegno di contrasto alla crisi climatica in ogni ambito della propria azione amministrativa, in linea con il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia – Europa (Covenant of Mayors) cui il Comune di Trieste ha aderito” e di esortare il Parlamento italiano “a mettere in campo adeguate risorse economiche per adottare misure urgenti per il contrasto alla crisi climatica”.
Le due mozioni non verranno però discusse nel prossimo Consiglio comunale, perché il loro carattere d’urgenza è stato bocciato dalla maggioranza di centrodestra nella conferenza dei capigruppo: “La competenza non è del Comune ma della Regione”, sentenzia Vincenzo Rescigno (capogruppo della Lista Dipiazza), mentre per Marcelo Medau (capogruppo di Fratelli d’Italia) si tratta di mozioni “fatte per cercare un po’ di visibilità e legate a eventi tragici. È strumentale richiedere l’urgenza per il Comune di Trieste”.
Non si è fatta aspettare la reazione delle opposizioni: “Siamo al paradosso che chi sottolinea la connessione tra i recenti eventi catastrofici e la crisi climatica viene tacciato di voler strumentalizzare le tragedie – denuncia il capogruppo di Adesso Trieste, Riccardo Laterza –. Entrambe le mozioni sono state vergognosamente considerate non urgenti dalla maggioranza e non saranno quindi portate in Consiglio martedì prossimo. Se già ora è tardi per agire, quando finalmente potremo discutere queste mozioni saremo davvero in una situazione irreversibile”. “Quanto successo è incredibilmente grave – osserva la consigliera Giulia Massolino (Adesso Trieste), prima firmataria della mozione –. Questi eventi non sono casi isolati, ma sempre più spesso colpiranno i nostri territori ed è inaccettabile che non si riconosca l’urgenza di agire subito con azioni di mitigazione e adattamento. Evidentemente per questa amministrazione la crisi climatica non è urgente”.
“Il piano emergenza del Comune di Trieste è obsoleto – aggiunge Richetti – e risale appena al 2011, mentre la legge sulle emergenze del 2018 imporrebbe aggiornamenti frequenti. Ho sollevato il problema già a marzo con una domanda di attualità, segnalando al Comune che doveva aggiornarlo anche rispetto al Covid, alla guerra (col conseguente aumento del rischio nucleare) e alla crisi climatica. L’assessore alle Politiche della sicurezza cittadina Maurizio De Blasio mi aveva risposto allora che non tutte le mie segnalazioni erano di competenza comunale, ma i piani di emergenza del Comune chi li dovrebbe fare sennò?”.