Elena Lo Duca aveva 56 anni: ha perso la vita durante un sopralluogo in provincia di Udine. Proseguono le fiamme sia in Friuli - dove lo stabilimento Fincantieri rimane chiuso - sia in Toscana: in quest'ultimo caso, dicono i tecnici, il rogo è contenuto per il 90%
Aveva 56 anni ed è stata schiacciata da un albero carbonizzato: Elena Lo Duca, volontaria della Protezione civile, è morta sul colpo. Coordinava la squadra locale di Prepotto, in Friuli, vicino a Udine, e il ruolo le era stato assegnato in ragione della sua vasta esperienza all’interno delle forze dell’ordine: era un’assistente capo della Polizia al Commissariato di Cividale. Il decesso è avvenuto nel pomeriggio del 21 luglio durante un sopralluogo. La ricorda il presidente della Protezione Civile Fabrizio Curcio: “Ha rappresentato una colonna portante. La sua dedizione appare tristemente ancora più evidente – aggiunge – perché il tragico decesso è avvenuto nel pieno di un’operazione volta a salvaguardare la popolazione ed il territorio”. Lo stesso fa Franco Gabrielli, L’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica: “Un esempio per tutti noi. Ci restituisce la grandezza di una vita dedicata al servizio degli altri. Alla sua famiglia, alla Polizia di Stato, al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e alla Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia – conclude Gabrielli – la mia più commossa vicinanza”.
Carso – Nel frattempo nella regione l’aria risulta “ancora irrespirabile”: l’odore di bruciato e fumo che ha formato una densa coltre la notte scorsa e nella mattinata di oggi 21 luglio a Grado (Gorizia), dove residenti e villeggianti sono alle prese con le conseguenze dell’incendio sul Carso. La nube causata dall’incendio ha raggiunto nella prima mattinata anche la spiaggia di Lignano Sabbiadoro (Udine) e le aree adiacenti dell’entroterra. A Trieste si vede un velo di foschia causato dall’addensarsi del fumo che si è espanso fino al capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Alcuni cittadini affermano di aver deciso di chiudere le finestre già dalla scorsa notte. Altri lo stanno facendo in queste ore. Al momento in città non sono stati registrati nuovi blackout dopo quello avvenuto martedì pomeriggio e che si è protratto per alcuni minuti. L’amministrazione comunale della città continua a raccomandare l’uso di Ffp2 – obbligatoria invece a Monfalcone – negli ambienti esterni e invita a rimanere a casa. La stessa raccomandazione è stata data ai residenti dalle autorità slovene. A Gorizia per il secondo giorno consecutivo rimane invece chiuso lo stabilimento di Monfalcone della Fincantieri, per consentire la pulizia dei piazzali e dei ponti delle navi dalla fuliggine e il fumo, in alcuni casi penetrati attraverso i condotti dell’aria condizionata. Per quanto riguarda invece la circolazione stradale, Anas annuncia che è stato riaperto al traffico il raccordo autostradale 13 in entrambe le direzioni di marcia. Permane la chiusura della ss 55 “Dell’Isonzo” nel tratto incluso tra il km 2,922 e il km 10,900 con deviazione del traffico sulla ss 14 “della Venezia Giulia”. È stato riaperto anche il tratto dell’autostrada A4 Sistiana – Redipuglia in direzione Venezia. La circolazione è tornata a scorrere quindi su tutta la rete di Autovie Venete. Il collegamento ferroviario tra Trieste e Monfalcone non potrà essere riattivato nelle prossime ore, invece, perché sulla tratta sono ancora presenti focolai attivi. Dall’esame effettuato è risultato anche che alcune parti della linea sono state fortemente danneggiate dalle fiamme e quindi si presume che gli interventi di riparazione saranno molto impegnativi.
Massarosa – In Versilia sono oltre mille gli evacuati a causa del rogo scoppiato lunedì scorso. Dalle colline di Massarosa si è poi esteso al vicino territorio di Camaiore e alle frazioni di Lucca. Al momento la superficie bruciata, secondo il dato diffuso dalla Regione, è di 868 ettari. Al lavoro decine di squadre a terra – 105 i soli pompieri schierati – e dall’alto 3 elicotteri Aib della Regione Toscana e 3 Canadair e un elicottero flotta aerea dei vigili del fuoco. Intanto il Comune di Massarosa consiglia l’uso della mascherina in esterno: “Arpat però conferma – si legge sul profilo Facebook dell’amministrazione – che non si tratta di polveri pericolose per la respirazione perché grosse”. Il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani fa sapere che “Dalle prime luci dell’alba viaggiano senza sosta 3 canadair e 5 elicotteri tra l’incendio di Massarosa e quello di Vecchiano oltre a numerose squadre di volontari AIB impegnate dalla notte. Su Massarosa c’è tanto fumo ma il fronte del fuoco è in corso di contenimento lungo la SP1”. La sindaca di Massarosa Simona Barsotti, tuttavia, ha parlato di condizioni migliori in confronto alle scorse ore: “Rispetto a ieri sera la situazione è decisamente migliorata. Ora il rogo sembra sia sotto controllo e comunque lo teniamo costantemente monitorato”. Si valuta il rientro di parte dei mille evacuati già nella serata del 21 luglio. Il fuoco, come riferito dai tecnici nel pomeriggio, è in contenimento al 90%. Sul restante 10% “ci sono ancora, purtroppo, fiamme attive e riprese: soprattutto sulla linea Montigiano e Fibbialla”, ha proseguito Giani. il primo frazione di Massarosa, il secondo di Camaiore, “dove tuttora i residenti non possono tornare a casa”. Intanto la procura di Lucca ha aperto un fascicolo sull’incendio e disposto accertamenti incaricando i carabinieri forestali – arrivato da Roma anche personale del Niab – per verificare l’origine del grande rogo. Dalla Regione si spiega inoltre che se è in contenimento il rogo di Vecchiano in provincia di Pisa, nuovi roghi si sono sviluppati in Toscana. Quattro quelli dove sono intervenuti gli elicotteri regionali: a Borgo a Mozzano in provincia di Lucca, a Roccastrada nel Grossetano, a Certaldo nel Fiorentino e a Terranova Bracciolini nell’Aretino.