Il caldo record manda in tilt anche i treni. O almeno è quello che raccontano in Lombardia, dove Trenord ha cancellato da lunedì scorso fino ad almeno giovedì 21 più di 50 corse al giorno, su un totale di circa 2.172, e ha accorciato la lunghezza di molti convogli. Per la società, proprietà per metà della controllata regionale Fnm e per metà di Trenitalia, all’origine della decisione c’è il caldo eccezionale che impone la necessità di interventi di manutenzione straordinaria. Ma pendolari e opposizioni al Pirellone non ci stanno e ritengono che il caldo sia solo una scusa per nascondere problemi che si ripetono ogni estate e pure ogni inverno.
Tra le linee colpite da cancellazioni e riduzioni di convogli ci sono la Mariano Comense – Milano Passante – Milano Rogoredo, la Novara – Milano – Pioltello, la Milano – Saronno – Como, la Milano – Saronno – Varese – Laveno, la Pavia – Torreberetti – Alessandria e la Pavia – Mortara – Vercelli. “A causa dell’estrema ondata di caldo di questi giorni – dicono da Trenord – queste azioni sono necessarie per garantire un piano di manutenzione straordinaria dei treni sottoposti a eccezionali sforzi, specialmente sui sistemi di trazione e di condizionamento delle vetture. La gran parte dei convogli oggi in circolazione è dotata di impianti di condizionamento che si bloccano in autoprotezione al superamento dei 35 gradi centigradi. Ragioni di sicurezza, dunque, richiedono interventi manutentivi costanti e più frequenti del solito. Non si registrano particolari problematiche sui treni di nuova generazione, in particolare Caravaggio e Donizetti, già in circolazione su 14 linee”.
Ma le spiegazioni di Trenord, che non fornisce il numero esatto delle corse cancellate, non convincono i comitati dei pendolari: “Molte delle corse cancellate sono fatte con convogli TSR che hanno solo 10 anni di vita – dice il presidente dell’associazione Mi.Mo.Al (Milano-Mortara-Alessandria) Franco Aggio – Quindi il problema per questi convogli non è solo il caldo, ma anche qualcos’altro che però non viene detto”. Un’osservazione su cui Trenord, sentita da ilfattoquotidiano.it, replica sostenendo che “alcuni TSR sono dei primi anni 2000”. In ogni caso, le soppressioni estive delle corse – racconta Aggio – non sono certo una novità di quest’anno: “Succede ogni estate. E ogni stagione si porta dietro le proprie soppressioni: adesso in estate per il caldo e per la manutenzione straordinaria (evidentemente quella ordinaria non basta o non si è fatta in tempo), in inverno per il piano gelo e per la mancanza di personale”. Anche per il capogruppo del M5S al Pirellone, Nicola Di Marco, il caldo è solo una scusa: “Già nell’estate del 2019 Trenord, in audizione in commissione, aveva tirato fuori questa favola per giustificare una serie di soppressioni, assicurando che sarebbero state prese contromisure. Ma appena il servizio è ripreso a pieno regime dopo il periodo Covid, sono riaffiorati i problemi di sempre”.
In questi giorni anche il gestore di treni e metro di Londra ha comunicato ai passeggeri che per le condizioni di caldo estremo sono possibili ritardi e cancellazioni di treni, sconsigliando loro di viaggiare se non per ragioni essenziali. Ma per Di Marco il paragone non regge: “Non mi vengano a parlare di città nordeuropee che si trovano all’improvviso con temperature africane. In Lombardia siamo abituati da parecchio tempo ad avere temperature estive piuttosto elevate. Ogni anno arriva l’estate, ma per Trenord sembra essere una sorpresa. È assurdo credere che abbiano dato la motivazione del caldo a tutti i pendolari che ogni giorno sono costretti a sopportare disservizi, ritardi e cancellazioni”, dice il consigliere del M5S chiedendo all’assessora regionale ai Trasporti Maria Giulia Terzi di rimuovere l’amministratore delegato Marco Piuri. I disagi di questi giorni arrivano dopo che lunedì la società ha comunicato di non aver rispettato a maggio per ben 14 direttrici su 38, in quanto a ritardi e soppressioni, lo standard minimo di affidabilità previsto dal contratto di servizio, una situazione che consente ai titolari di abbonamento di avere uno sconto. Un dato che per il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati è “la prova provata del disastro Trenord. Inadeguato non è solo il servizio ferroviario regionale ma anche l’assessore che se ne occupa”.