Il long Covid colpisce anche i bambini. Quasi il 6% di quelli che si rivolgono ad un ospedale riportano disturbi per almeno 90 giorni. I sintomi persistenti più comuni sono affaticamento o debolezza, tosse, difficoltà respiratorie o mancanza di respiro. È quanto emerge da uno studio condotto in otto Paesi, coordinato dall’University of Calgary (Canada) e pubblicato su Jama Network Open. Lo studio ha preso in esame circa 2.000 bambini positivi al SarsCoV2 che avevano avuto un accesso al pronto soccorso per l’infezione e che presentavano principalmente febbre (65,9%), tosse (48,7%), rinorrea o congestione (47,4%).
Sottoposti a un follow-up 90 giorni dopo l’accesso in Pronto Soccorso, i bambini hanno riportato sintomi di long-Covid nel 5,8% dei casi, con un tasso più alto tra i bambini che avevano avuto bisogno del ricovero (9,8%) rispetto a quelli che erano stati subito dimessi dal Pronto Soccorso (4,6%). Essere stati ricoverati 48 o più ore, avere avuto quattro o più sintomi alla visita iniziale in pronto soccorso, e appartenere alla fascia di età superiore ai 14 anni era associato a maggiori probabilità di avere almeno un disturbo persistente a distanza di 90 giorni.
“I nostri risultati suggeriscono che è necessario un monitoraggio e un follow-up attento per i bambini che hanno contratto il virus, specialmente quelli a maggiore rischio di long-Covid”, dichiara Stephen Freedman, tra gli autori dello studio. Anche se, aggiunge Nathan Kuppermann, della Davis School of Medicine di Sacramento (Usa), “i tassi di long-Covid segnalati tra i bambini sono abbondantemente più bassi di quelli riscontrati tra gli adulti”.