È svenuto mentre stava lavorando, sbattendo la testa sul pavimento. È morto così un operaio di un’azienda manifatturiera di Arco, in Trentino. Fiom Cgil e Fim Cisl hanno indetto 4 ore di sciopero per chiedere maggiori tutele per i lavoratori, anche e soprattutto in questi giorni di caldo torrido. Nell’azienda, riportano i sindacati, non ci sono impianti di condizionamento: le Rsu hanno chiesto e ottenuto pause più frequenti.

Quello del malore dovuto al caldo è un’ipotesi che viene presa in considerazione come nel caso, avvenuto ieri, dell’operaio della Dana Graziano di Rivoli, azienda di ingranaggi per i cambi di camion, deceduto in circostanze del tutto simili. La Fiom Cgil di Torino in un comunicato aveva spiegato che “la dinamica” non era “ancora chiara. Spetterà agli organi preposti fare chiarezza su questo tragico incidente sul lavoro. Dalle prime notizie che siamo riusciti ad avere il lavoratore potrebbe essersi sentito improvvisamente male, ma non sappiamo ancora i motivi che hanno provocato il mancamento. Certo che il caldo di questi giorni non aiuta. Sono tanti i nostri delegati che stanno segnalando malori in fabbrica dovuti appunto al caldo intenso di queste settimane. È necessario intervenire nei luoghi di lavoro per garantire pause aggiuntive, diminuire i ritmi produttivi e assicurare la corretta idratazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Noi lo stiamo facendo, purtroppo non sempre le aziende sono disposte ad ascoltare e prendere i giusti provvedimenti” ha spiegato Edi Lazzi segretario generale della Fiom di Torino.

Nei giorni scorsi un operaio di 54 anni era morto Ferretti della Spezia, probabilmente a causa di un malore. I sindacati hanno puntano il dito sulle condizioni climatiche in cui i lavoratori si trovano ad operare in questi giorni di grande caldo. “Si deve evitare di lavorare con questo caldo in condizioni estreme – per Luca Comiti, segretario provinciale della Cgil e Gianni Carassale, segretario della Fille Cgil della Spezia -. Episodi di questo genere non devono più accadere, servono l’applicazione delle norme di sicurezza, controlli serrati e sanzioni severe”. “Non possiamo permetterci di attribuire alcuna colpa alla fatalità – avevano dichiarato Fabio Servidei, segretario confederale Uil Liguria e Riccardo Badi, segretario regionale Feneal Uil Liguria. – Parliamo di un uomo di 54 anni che lavorava sul tetto del cantiere in condizioni di caldo eccezionali“.

Foto di archivio

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