Un’alleanza per Draghi forse sì, ma Draghi dentro un’alleanza no. Il presidente del Consiglio dimissionario si prepara agli ultimi due mesi e spiccioli a capo del governo per il disbrigo dell’ordinaria amministrazione che tanto ordinaria non è, visto l’elenco di questioni urgenti sulle quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – nel discorso pronunciato dal Quirinale giovedì – ha chiesto a tutti i partiti di collaborare: dall’aumento dell’inflazione alla lotta alla pandemia, dalle riforme del Piano di ripresa alla guerra in Ucraina. Il premier nel consiglio dei ministri di ieri che ha deciso tra l’altro la data delle elezioni anticipate ha tenuto un brevissimo discorso in cui ha detto che c’è ancora tempo prima dei saluti e il governo deve ancora lavorare. Per esempio sul decreto Aiuti bis che si occupa di energia e bollette.
Sul piano politico, invece, Draghi non risponde ufficialmente a Silvio Berlusconi secondo il quale il capo del governo ha rifiutato un bis, cioè un nuovo esecutivo senza il M5s, perché “forse non ha più voglia”, non rinunciando alla solita punta di agonismo quando ha aggiunto che ““il lavoro di presidente del Consiglio ha orari più lungi di quelli di governatore di una banca centrale”. Ma la replica del premier traspare dai retroscena dei giornali. Per esempio dal Corriere della Sera secondo cui Draghi respinge del tutto l’accusa di Berlusconi: “Non sono stanco e non ho colto la palla al balzo – è stata la reazione – E non è vero che il presidente Mattarella ce l’abbia con me, perché abbiamo condiviso ogni scelta, passo dopo passo”. E il bis, offerto da Lega e Forza Italia per continuare, sarebbe “durato un giorno”. E tutto il resto sono “sciocchezze“, frutto di “disinformazione” dovuta all’inizio della corsa elettorale.
A proposito del voto anticipato: il nome di Draghi rimbalza di dichiarazione in dichiarazione, pronunciato da pezzi di Pd, ribadito alla nausea da Calenda, puntellato di nuovo da Renzi come base di lavoro per una possibile alleanza. Il tutto sotto la forma di “agenda Draghi“. Ma di sicuro il premier manda a dire che rispetto alle elezioni avrà un “assoluto distacco” (racconta Repubblica), l’idea di un’eventuale candidatura è “lontanissima da lui“, come lo è quella di dare la disponibilità a essere indicato come premier di un futuro governo di centrosinistra. Risuonano le parole che pronunciò a febbraio, dopo la fine delle speranze di essere eletto al Quirinale: “Tanti, anche politici, mi candidano a tanti posti in giro per il mondo, mostrando una sollecitudine straordinaria nei miei confronti. Li ringrazio moltissimo, ma vorrei rassicurarli. Se per caso decidessi di lavorare dopo questa esperienza, un lavoro me lo trovo anche da solo…”.
Nella foto Ap/LaPresse in alto – Silvio Berlusconi e Mario Draghi a una conferenza stampa del 2008