Frode in pubbliche forniture, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso. Sono questi i reati contestati, a vario titolo, a undici persone indagate dalla procura di Trani nell’ambito di una inchiesta sulla gara per i lavori di riqualificazione della nuova area mercatale comunale di Molfetta (Bari). Secondo l’accusa sarebbe stato deciso con un affidamento diretto per interventi di completamento, anziché con un bando, dopo che la ditta che precedentemente si era aggiudicata l’appalto per tutti i lavori, aveva abbandonato il cantiere. Cantiere che è stato sequestrato. Tra gli indagati anche il sindaco di Molfetta, appena rieletto, Tommaso Minervini.
I fatti contestati risalgono al periodo tra agosto 2020 e giugno 2021. Oltre al sindaco, sono indagati gli ex assessori comunali ai lavori pubblici Mariano Caputo e Antonio Ancona (attualmente consigliere comunale), l’ex dirigente del settore Ambiente del Comune Vincenzo Balducci e l’attuale dirigente del settore Lavori pubblici Domenico Satalino, il geometra comunale e direttore dei lavori Damiano Binetti e cinque imprenditori, la rappresentante legale e l’amministratore di fatto della società ‘Palazzo Costruzionì che si era aggiudicata l’appalto, Maria Teresa e Rocco Palazzo, Giuseppe e Teresa Santo e Andrea leone, rappresentanti legali delle tre ditte Sipa, Siles e Gecos alle quali sarebbero stati illecitamente affidati gli ulteriori lavori di pavimentazione del mercato (fraudolentemente – secondo l’accusa – non completati dalla precedente ditta). Per turbare la gara e procedere con l’affidamento diretto, è l’ipotesi della Procura, gli amministratori avrebbero anche falsificato alcuni atti facendo risultare che gli ulteriori importi destinati al mercato, circa 700mila euro, facevano parte dell’appalto per le strade cittadine.
“Ho sempre agito nell’esclusivo interesse della città, sono fiducioso che le indagini proveranno quanto sostengo. Invito tutti a non strumentalizzarne l’operato della magistratura e della finanza” dichiara il sindaco di Molfetta. Il primo cittadino risponde di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falsità ideologica. Oltre al sequestro dell’area, i finanzieri sono andati oggi negli uffici comunali per acquisire la documentazione relativa all’appalto. “Il sindaco, preso atto della nuova iniziativa della Procura della Repubblica di Trani – si legge in una nota – , rinnova la totale fiducia e rispetto nell’operato dei pubblici ministeri e dei militari della Guardia di Finanza”.