Oggi grande indignazione: la politica sembra aver deluso, amareggiato, ferito la gran parte del Paese. C’è da preoccuparsi, in effetti, e molto. Solo non vorrei che fraintendessimo l’ordine delle cose, il che sarebbe gravissimo: per quanto stracciona e mediocre, la nostra politica è così perché il Paese è così, perché noi siamo così. Dunque non facciamo troppo gli stupiti, né gli scandalizzati né i delusi: da oltre tre lustri io e tanti altri andiamo dicendo che così non va, ma mai, o quasi mai, ci avete sentito rivolgerci ai politici o a chicchessia. Per me posso dirlo con certezza: ho sempre parlato di me, di noi, a me e a voi.

Le scelte quotidiane non fatte, il non pensare, il preferire divertentismo a senso, denaro a vita, lavoro indefesso e inevitabile a percorso umano, intellettuale, psicologico… ecco cosa ha generato tutto questo. Cedere ogni giorno sovranità sulla propria vita, lasciando che a decidere per il nostro destino fossero le famiglie d’origine, l’impresa, il giudizio degli altri, il dover essere, invece che il nostro coraggio, le nostre propensioni… ha generato tutto questo. Rimandare, invece di decidersi, sottovalutare invece di rimettere le cose in ordine, il dire “sì è vero!” senza poi far conseguire azioni… ha generato tutto questo.

Sentir dire “porti chiusi” senza sentire quella affermazione come indecente, mentre la gente moriva per mare…. ha portato a tutto questo. Capire che avevamo bisogno di iniezioni di metodo e di disciplina senza però applicarci. Sapere benissimo dov’era il punto delle nostre esistenze, senza mettere il dito in quel punto… ha generato tutto questo. Voltarci dall’altra parte, girare pagina in un giornale, sottovalutare, mentre c’era da restare con lo sguardo dritto su quella pagina, dando il peso dovuto alle cose… ha generato tutto questo. Vendersi per due monete d’oro inutili, piegarsi alla dittatura del tempo imposto, dei luoghi insensati, tralasciando relazioni, benessere, studio, idee… ha generato tutto questo.

Ascoltare le grandi e tragiche notizie sull’urgenza di cambiamenti comportamentali per evitare la catastrofe climatica, ma senza cambiare di un’unghia le nostre abitudini… ha generato tutto questo. Rubare, mentre venivamo derubati, dunque assecondare i ladri invece che preoccuparsi di salvaguardare… ha generato tutto questo. Lasciar correre sui diritti delle persone accanto a noi, attivandoci solo quando toccavano i nostri… ha portato a tutto questo.

La politica rispecchia sempre gli uomini e le donne che la esprimono e questo non è un dato variabile: è sempre così, per sua stessa definizione. Alle cose avremmo potuto e dovuto dire “no”, molto tempo fa, in tanti. Avremmo dovuto dire “Adesso basta” quando era il momento giusto. Non averlo fatto ha portato a questa degenerazione, non altro, e se domani andranno al potere i portabandiera della stessa politica, della stessa cultura che ha reso possibile Bolzaneto… di chi sarà la colpa?

Dunque oggi non indigniamoci troppo, non facciamo quelli che cadono dall’albero della cuccagna stupiti e meravigliati. Sono molti, molti anni che parliamo di queste cose, e tirarsi fuori ora con la scusa che “loro” hanno detto, fatto, tramato, è la più indecente delle deduzioni. Un uomo che cambia, cambia il mondo. Quante volte l’ho scritto, quante volte ne abbiamo discusso?

Ecco, siamo qui. E come in mare, quando ci si accorge di non aver fatto qualcosa che andava fatto prima, la reazione non può mai essere: “è andata…”. Semmai sbrigarsi a fare ora, tardivamente, con maggior solerzia e impegno, quel che andava fatto prima. “Ma ormai è tardi!” dirà qualcuno, compresa la voce in fondo al cuore, il “timoniere della Pinta”. No, era già il tempo, oggi lo è solo di più.

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