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Accordo sul grano, la Russia respinge le accuse dopo i raid sul porto di Odessa: “Distrutte nave da guerra e missili inviati dagli Usa”

Replicato alle accuse ucraine di ieri, il ministro Serghej Lavrov ha voluto rimarcare che Mosca manterrà gli impegni presi a Istanbul sottoscrivendo l’accordo sulle esportazioni di grano dall’Ucraina. E ha poi aperto a nuove negoziati e nuovi accordo con il governo ucraino, dicendosi pronto a discutere su "varie questioni"

La Russia risponde alle accuse di Kiev e delle Nazioni Unite, dopo il raid sul porto di Odessa che rischia di far fallire l’accordo sul grano raggiunto in Turchia il 22 luglio. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che l’offensiva dei soldati di Mosca non era mirata a colpire le infrastrutture necessarie allo sblocco delle esportazioni del frumento, bensì contro obiettivi militari: “Sono stati distrutti una nave da guerra ucraina e un deposito di missili Harpoon forniti dagli Stati Uniti a Kiev”, ha dichiarato il portavoce Igor Konashenkov ai giornalisti. Gli ordigni di Mosca, ha aggiunto, hanno colpito “un cantiere navale” nel porto, con le capacità di produzione dell’impianto di riparazione e ammodernamento delle navi della Marina ucraina messo fuori servizio.

Replicato alle accuse ucraine di ieri, il ministro Serghej Lavrov ha poi voluto rimarcare che Mosca manterrà gli impegni presi a Istanbul. Lo ha sottolineato dopo i colloqui avuti al Cairo con il suo omologo egiziano, Sameh Shoukri: “Abbiamo riaffermato l’impegno degli esportatori russi di prodotti cerealicoli per l’adempimento di tutti i loro obblighi”. E ha poi rilanciato sostenendo che alcune delle sanzioni “illegittime” imposte alla Russia, come quelle che riguardano le compagnie assicurative, l’accesso ai porti stranieri di navi russe e di navi straniere nei porti russi, ostacolano la piena attuazione dell’accordo sullo sblocco delle esportazioni del grano ucraino. “Il segretario generale delle Nazioni Unite si è offerto volontario per ottenere la sospensione di queste restrizioni illegittime e speriamo che ci riesca”, ha detto facendo riferimento direttamente ad Antonio Guterres.

Il ministro ha poi aperto a nuovi negoziati e accordi con il governo ucraino, dicendosi pronto a discutere su “varie questioni” dopo l’intesa per le esportazioni di grano dall’Ucraina, aggiungendo però che la ripresa del processo negoziale non dipende da Mosca: “Noi non abbiamo alcun pregiudizio nel riprendere i negoziati su una serie più ampia di questioni, ma non dipende da noi”, ha detto.