Il ministro per la Pubblica amministrazione parla a In mezz’ora in più degli insulti ricevuti dalla compagna di Berlusconi dopo l'addio a Forza Italia: "Mi sono sentito violentato. Ma per fortuna ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose". E sull'addio al partito: "Con Berlusconi si è rotto qualcosa"
Quella canzone che accompagnava il post per commentare il suo addio a Forza Italia – “Il giudice” di Fabrizio De Andrè che racconta la scalata di “un nano” fino ai vertici della magistratura – lo ha fatto soffrire. Lo dice chiaramente Renato Brunetta, ospite di Lucia Annunziata a In Mezz’ora in più su Rai Tre. Lo aveva diffuso sui social Marta Fascina, deputata di Fi e compagna di Silvio Berlusconi. “Mi dicono tappo o nano e ho sofferto e continuo a soffrire per questo”, ha spiegato Brunetta.
“Marta – ha aggiunto, visibilmente emozionato – ma essere violentato su questo… non per me ma per tutti quei bambine e bambini che non hanno avuto la fortuna di essere alti e belli e che possono avere in me un esempio e dire, ma vedete Brunetta, però tappo come è… sdogano su di me questo termine che mi ha sempre fatto male”. Annunziata devia: “Però lei ha gli occhi azzurri”. “Grazie – risponde Brunetta – Io non ho scelto di essere alto o basso, sono responsabile delle mie idee di quello che faccio ma non di essere tappo o nano”.
Il ministro della Pubblica amministrazione spiega ancora: “Per fortuna ho le spalle larghe perché ho fatto molte cose: il professore universitario, il parlamentare anche europeo, sono stato ministro due volte, ho fatto molte esperienze”. Insomma: “Di questo sono responsabile, ma non della mia statura”, ha sottolineato sempre in risposta alla deputata azzurra che aveva postato su Instagram una storia che riportava la scritta “Roma non premia i traditori”, accompagnata dalla canzone di De Andrè. E sull’addio al partito, al quale Berlusconi ha risposto con un secco “Riposi in pace”, Brunetta dice: “Ventotto anni in Forza Italia sono tanti. Ma con Berlusconi si è rotto qualcosa. E come per gli amori, quando si rompe qualcosa non si ricuce più – ha concluso – Io voglio bene a Berlusconi, ma subire invettive personali come “Riposi in pace”… io gli auguro lunga vita”.