L’azzurro, che a Tokyo aveva trionfato sui 20 km, si è imposto davanti al giapponese Kawano, favorito alla vigilia. Il bronzo è andato allo svedese Karlstrom. L’Italia torna così sul gradino più alto del podio ai Mondiali all’aperto dopo diciannove anni: l'ultimo fu il saltatore con l’asta Giuseppe Gibilisco nel 2003 a Parigi
Un altro capitolo di fatica e passione, sacrificio e gloria. Dopo l’oro olimpico di Tokyo nella 20 km di marcia, Massimo Stano trionfa anche ai Mondiali di Eugene, stavolta nella nuova distanza della 35 km, al termine di una gara gestita al meglio per tattica e strategia e completata con il record italiano di 2 ore 23’14 e impreziosito da un forcing finale devastante negli ultimi cinque chilometri, quando ha staccato il gruppo dopo 30 chilometri di ‘convivenza’.
Nell’ultimo chilometro il trentenne barese delle Fiamme Oro ha piegato la concorrenza del giapponese Masatora Kawano, argento in 2 ore 23’15, più staccato lo svedese Perseus Karlstrom, bronzo e attardato di 30 secondi. L’Italia torna così sul gradino più alto del podio ai Mondiali all’aperto dopo diciannove anni (l’ultimo fu il saltatore con l’asta Giuseppe Gibilisco nel 2003 a Parigi) ma soprattutto dà un colore diverso alla spedizione azzurra di Eugene che era ferma al bronzo di Elena Vallortigara nel salto in alto e che aveva deluso le aspettative che venivano riposte negli eroi di Tokyo.
“Ci tenevo a vincere un’altra medaglia, volevo dimostrare a tutti che l’oro di Tokyo non era un caso, Stano c’è, Percesepe (il suo tecnico, ndr) c’è, cerchiamo di essere sempre i più forti e ho dato oggi più di quanto avevo. Ci tenevo così tanto a questa medaglia che non potevo mollare”, sono state le prime parole del marciatore pugliese. “Il giapponese non poteva andare via, nella mia testa poteva finire solo così. Magari sono un po’ arrogante ma era quello che mi sono ripetuto oggi. Dal punto di vista tecnico dovevo attaccare”. Quindi ha aggiunto: “Sono contento per il movimento della marcia che potrà continuare”, ha detto Stano che ha voluto dedicare la vittoria ad Antonella Palmisano, l’altra marciatrice oro a Tokyo che ha dovuto rinunciare ai Mondiali per infortunio. “Anche lei poteva onorare i suoi Giochi con una medaglia qui. Le sue parole alla vigilia della gara mi hanno aiutato tantissimo. Sono molto contento, la dedica è per lei per un pronto ritorno alle gare più forte di prima”, ha spiegato l’azzurro.