Un altro caso di infezione da “ameba mangia-cervello”, poche settimane dopo la chiusura di un intero lago nell’Iowa. La Naegleria fowleri, nome scientifico dell’ameba mangia cervello, può causare la meningoencefalite amebica primaria (PAM), un’infezione al cervello, mortale nel 90% dei casi. L’adolescente Caleb Z., originario di Port Charlotte (Florida) è in bilico tra la vita e la morte, ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale pediatrico “Golisano’s Children’s Hospital”. L’ameba, che abita acque calde e fresche di laghi, fiumi, sorgenti termali e piscine scarsamente mantenute o senza cloro, lo ha attaccato mentre nuotava in un lago al campeggio estivo, provocandogli mal di testa e allucinazioni. Caleb è stato trasportato d’urgenza in ospedale. La meningoencefalite amebica primaria è molto rara.
L’infezione può verificarsi quando l’acqua in cui è presente l’ameba entra nel corpo attraverso il naso, viaggia fino al cervello e distrugge il tessuto cerebrale, attaccando il sistema nervoso centrale. Per ridurre al minimo il rischio di contrarre la PAM, gli esperti del Dipartimento della salute e dei servizi umani della Carolina del Nord raccomandano di non agitare i sedimenti del fondale quando si nuota in acque con alta probabilità di contaminazione, di non immergere la testa e di tenere il naso chiuso. L’infezione non è contagiosa, ma secondo il Center for Disease Control and Prevention è “di solito fatale”. “Tra i casi ben documentati, ci sono solo cinque sopravvissuti in Nord America”. Tra i sintomi, secondo il CDC, mal di testa, febbre, nausea e vomito si aggravano in convulsioni, allucinazioni e coma. Poiché la sintomatologia può essere confusa con quella di altre condizioni cliniche, la diagnosi si effettua tramite biopsia cerebrale e puntura lombare, con l’analisi del liquido cerebrospinale. I medici intervengono spesso con un assortimento di antimicotici e antibiotici somministrandoli, data l’elevata mortalità, anche nel caso di donne in gravidanza.