Un programma in quattordici punti. Un ‘Patto repubblicano‘ per riunire, in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre, tutte le forze politiche che si sono riconosciute nell’esperienza del governo Draghi, con la speranza – al di là della disponibilità o meno del premier uscente – di riportarlo un domani a Palazzo Chigi. A presentarlo sono stati il segretario di Azione, Carlo Calenda, e la senatrice di +Europa, Emma Bonino, insieme ad altri esponenti dei due partiti (da Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, fino all’ex Fi Andrea Cangini, Enrico Costa e Matteo Richetti, ndr) nel corso di una conferenza a Roma, presso la sede della stampa estera. Con un messaggio rivolto soprattutto al Partito democratico di Enrico Letta, definito come “una persona seria” dallo stesso Calenda, mentre è in corso un’operazione di riavvicinamento tra le due aree, dopo la rottura del campo largo tra dem e M5s.
“Siamo disponibili a discutere, con tutti, sulle cose da fare”, ha spiegato il leader di Azione. O meglio, non proprio con tutti, dato che la chiusura da Calenda e Bonino è arrivata non soltanto nei confronti del M5s, oltre che a Lega e Fi (“No a chi ha fatto cadere Draghi“, ha spiegato), ma anche verso Luigi Di Maio e la sua IpF, liquidati con sarcasmo: “Non so chi sia..”.
Ma se Calenda in parte apre a Letta, avverte e pone condizioni anche sui temi, con il capitolo dell’energia in primis, ma non solo. “Se siamo d’accordo sulle cose da fare ci stiamo, altrimenti andiamo da soli”, taglia corto. “I dem sono favorevoli al rigassificatore? Perché questo nell’agenda Draghi c’era. Oppure ci dicano come sopperire alla mancanza del gas russo senza questi nuovi impianti”, provoca. E ancora, “Allearsi con Sinistra Italiana e i Verdi? Non mi risulta siano a favore di termovalorizzatori e rigassificatori”. Tradotto, nuovi veti. Ma è chiaro che un’alleanza si cercherà con il Pd anche perché altrimenti la lotta contro il centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi sarà quasi impossibile, soprattutto sui collegi uninominali, dove il centrosinistra rischia altrimenti un tracollo.
Ma se Azione e +Europa cercano di dettare condizioni al Pd, nemmeno al suo interno in realtà sembrano così uniti, tanto che anche leggendo i punti del ‘Patto repubblicano’ sul capitolo energia e non solo, le posizioni sono a dir poco smussate rispetto a quelle dei partiti che lo hanno lanciato. In particolare sul nucleare: perché se Azione aveva poche settimane fa presentato una mozione parlamentare per “inserire il nucleare nel mix energetico italiano” e chiesto la creazione di otto centrali nucleari, da tre o quattro reattori ciascuna, per una potenza complessiva di 40 gigawatt, in modo da combinarli con l’uso di altre energie rinnovabili, nel testo del Patto si parla soltanto di un generico impegno a “riconsiderare, senza pregiudizi, e sulla base di analisi costi-benefici, l’uso di centrali nucleari”.
Questo perché da +Europa la posizione è ben distante e la ricorda, replicando al Fattoquotidiano.it, la stessa Bonino: “Avremo dei risultati, forse un prototipo, tra 10 anni, qualcuno intanto deve rispondere sui tempi e costi di produzione”. Perché allora allearsi insieme? “Lei non fa alleanze se c’è un punto di divergenza?”, taglia corto la senatrice. Ma il punto è tutt’altro che irrilevante, considerati anche gli scenari internazionali e la questione energetica sempre più centrale, soprattutto dopo l’invasione della Russia in Ucraina e la necessità di staccarsi dal gas di Mosca. Calenda ammette: “Ci sono sensibilità diverse”. Così, non resta che rilanciare le condizioni verso il Nazareno, compresa l’ambizione di riportare Draghi a Chigi: “Per due anni sono state dette idiozie sul M5s, che non erano costituzionalizzati ed erano un branco di pazzi irresponsabili”, attacca Calenda. “Al Pd dico: avete voglia di chiudere con loro e lavorare sulle cose serie da fare? Allora siamo qua. Altrimenti se vogliono andare per conto loro, noi siamo pronti, anzi entusiasti”.