Harvard vs alberghiero: la frase era infelice, ma certe facce e certe etichette esistono davvero
La frase era infelice, d’accordo. Quella sul professore con la cattedra ad Harvard che accetta la supplenza all’alberghiero di Massa Lubrense. Una di quelle frasi che hanno il potere di fare incazzare categorie intere nel giro di pochi vocaboli. Qui si sono indignati, nell’ordine: gli studenti degli istituti alberghieri e poi, per estensione, di tutti i professionali del patrio suol, i docenti, i presidi e immagino anche gli Ata, che tendiamo sempre a dimenticarceli e invece anche loro, nel loro piccolo, s’incazzano. Poi si sono incazzati gli abitanti di Massa Lubrense perché cosa avrà mai Harvard più di noi e alla fine penso che si siano incazzati anche i professori di Harvard a passare per gli spocchiosi pedanti per antonomasia, che magari invece ci sono pure dei laureati ad Harvard simpatici e alla mano che in ascensore salutano sempre, per dire, mentre sono quelli della Sorbonne che manco ti tengono aperto il portoncino quando hai le borse della spesa in mano.
Si potevano trovare altre metafore, con la concreta possibilità di offendere altre categorie. Per esempio si poteva paragonare il premier a uno chef stellato che accetta di fare la stagione in una pizzeria di Voghera, oppure avvicinarlo a un orchestrale della Scala di Milano che si ritrova a suonare alle sagre estive in un’orchestra di liscio, attirandosi così le ire dei pizzaioli e dei suonatori di polka. Ma chissà perché quando ti serve evocare l’immagine di uno che sa le cose e le spiega a una platea di gagliardi cazzari, non si trova di meglio che dipingere uno scenario scolastico dove quello che sa le cose è un compassato professore universitario e gli indisciplinati che masticano la gomma e si tirano le palline sono gli studenti non certo di un liceo, ma di un istituto professionale.
Al di là della frase, tuttavia, che mi sembra abbia le caratteristiche perfette per diventare una polemica da ombrellone capace di fare imbrattare d’inchiostro qualche pagina, compresa questa, resta il fatto che quella faccia lì, a scuola, esiste. Quella faccia da “con tutto quello che ho studiato ma tu guarda se devo spiegare le cose a ‘sta gente”. Ce l’hanno, certi insegnanti, quella faccia lì, quando si trovano a coprire una cattedra che non è quella sognata. È la faccia che si mette su con i ragazzi e con i colleghi. Di rado aiuta nella didattica, come nelle relazioni umane, per inciso. Perché se dici al mondo che di mestiere insegni, insomma, già la considerazione sociale è quella che è. Ma se insegni al professionale, misericordia, allora stai messo male, devi farlo per forza con quell’aria un po’ blasé di chi lascia intendere che meriterebbe essere altrove ma il destino è quel che è.
E a furia di ripeterlo, che i professionali sono l’ultima spiaggia dell’istruzione, a farla diventare una frase fatta, una metafora, una pietra di paragone anche quando si parla d’altro (di politica circense per esempio – e adesso si incazzano i circhi, lo so), finisce che diventa uno stereotipo così vero, così reale, da renderne impossibile l’uscita. Il che è un peccato, soprattutto per chi ai professionali ci si iscrive con il nobile intento di fare del suo meglio e si trova invece già etichettato come merce scadente. E a togliersi di dosso le etichette ci vuole un sacco di tempo, mica come a fare cadere un governo che invece è un attimo.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
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Valentina Petri
Professoressa di italiano, blogger e autrice di "Portami il Diario"
Scuola - 25 Luglio 2022
Harvard vs alberghiero: la frase era infelice, ma certe facce e certe etichette esistono davvero
La frase era infelice, d’accordo. Quella sul professore con la cattedra ad Harvard che accetta la supplenza all’alberghiero di Massa Lubrense. Una di quelle frasi che hanno il potere di fare incazzare categorie intere nel giro di pochi vocaboli. Qui si sono indignati, nell’ordine: gli studenti degli istituti alberghieri e poi, per estensione, di tutti i professionali del patrio suol, i docenti, i presidi e immagino anche gli Ata, che tendiamo sempre a dimenticarceli e invece anche loro, nel loro piccolo, s’incazzano. Poi si sono incazzati gli abitanti di Massa Lubrense perché cosa avrà mai Harvard più di noi e alla fine penso che si siano incazzati anche i professori di Harvard a passare per gli spocchiosi pedanti per antonomasia, che magari invece ci sono pure dei laureati ad Harvard simpatici e alla mano che in ascensore salutano sempre, per dire, mentre sono quelli della Sorbonne che manco ti tengono aperto il portoncino quando hai le borse della spesa in mano.
Si potevano trovare altre metafore, con la concreta possibilità di offendere altre categorie. Per esempio si poteva paragonare il premier a uno chef stellato che accetta di fare la stagione in una pizzeria di Voghera, oppure avvicinarlo a un orchestrale della Scala di Milano che si ritrova a suonare alle sagre estive in un’orchestra di liscio, attirandosi così le ire dei pizzaioli e dei suonatori di polka. Ma chissà perché quando ti serve evocare l’immagine di uno che sa le cose e le spiega a una platea di gagliardi cazzari, non si trova di meglio che dipingere uno scenario scolastico dove quello che sa le cose è un compassato professore universitario e gli indisciplinati che masticano la gomma e si tirano le palline sono gli studenti non certo di un liceo, ma di un istituto professionale.
Al di là della frase, tuttavia, che mi sembra abbia le caratteristiche perfette per diventare una polemica da ombrellone capace di fare imbrattare d’inchiostro qualche pagina, compresa questa, resta il fatto che quella faccia lì, a scuola, esiste. Quella faccia da “con tutto quello che ho studiato ma tu guarda se devo spiegare le cose a ‘sta gente”. Ce l’hanno, certi insegnanti, quella faccia lì, quando si trovano a coprire una cattedra che non è quella sognata. È la faccia che si mette su con i ragazzi e con i colleghi. Di rado aiuta nella didattica, come nelle relazioni umane, per inciso. Perché se dici al mondo che di mestiere insegni, insomma, già la considerazione sociale è quella che è. Ma se insegni al professionale, misericordia, allora stai messo male, devi farlo per forza con quell’aria un po’ blasé di chi lascia intendere che meriterebbe essere altrove ma il destino è quel che è.
E a furia di ripeterlo, che i professionali sono l’ultima spiaggia dell’istruzione, a farla diventare una frase fatta, una metafora, una pietra di paragone anche quando si parla d’altro (di politica circense per esempio – e adesso si incazzano i circhi, lo so), finisce che diventa uno stereotipo così vero, così reale, da renderne impossibile l’uscita. Il che è un peccato, soprattutto per chi ai professionali ci si iscrive con il nobile intento di fare del suo meglio e si trova invece già etichettato come merce scadente. E a togliersi di dosso le etichette ci vuole un sacco di tempo, mica come a fare cadere un governo che invece è un attimo.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".