Carcasse di squali e razze sono state ritrovate in questi giorni sul fondale nella zona di Marciana Marina, all’Isola d’Elba, in provincia di Livorno, proprio nei punti frequentati dagli appassionati di immersioni subacquee. A lanciare l’allarme, attraverso un lungo post su Facebook accompagnato dalle immagini, è Legambiente Arcipelago Toscano che denuncia la situazione spiegando che non si tratta di una casualità ma di un “avvertimento” ben preciso da parte di qualche pescatore. Secondo l’associazione ambientalista, gli episodi si sarebbero già verificati nel mese di giugno e la scelta di abbandonare gli squali e le razze nei noti punti di immersione può denotare chiaramente la volontà di disturbare chi si immerge. “Gli episodi sono cominciati probabilmente in seguito all’installazione delle boe per l’attività diving finanziati dal progetto Interreg EcoStrim. Le boe sono state posizionate sui punti di immersione per permettere ai diving center di ormeggiare senza dare fondo alle ancore proteggendo in questo modo i fondali e limitando anche l’attività di pesca negli immediati dintorni”. Il comunicato diffuso sui social da Legambiente motiva così il gesto dei pescatori: “Questo, insieme alla scoperta di un’ordinanza relativa al relitto dei dolia ancora attiva che interdice tutte le attività nella zona di punta del Nasuto (compresa l’immersione), potrebbe aver causato “l’avvertimento” da parte di qualche “pescatore” che, con queste azioni, non fa certo del bene alla sua categoria”.
Dunque, sia l’installazione delle boe che l’ordinanza avrebbero portato alla decisone di “intimorire” gli appassionati di immersioni, secondo l’associazione che ci tiene a sottolineare che si tratta dell’azione di un ridotto gruppo di pescatori che rischia, però, di danneggiare una categoria onesta. L’immersione subacquea è un’attività molto praticata nel comune di Marciana Marina, soprattutto nei mesi estivi da parte dei turisti in vacanza, adesso rimasti sconvolti dall’avvenimento. “Bisogna creare un’alleanza tra pescatori responsabili, diving center, associazioni ambientaliste e buona politica per proteggere davvero il mare con l’istituzione della tanto attesa area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, includendo anche le coste di Elba e Giglio” chiedono i volontari di Legambiente Arcipelago e aggiungono: “Questo porterebbe finalmente indiscutibili vantaggi a tutte le categorie regolamentando l’utilizzo del mare permettendo così a tutti di poter usufruire con intelligenza delle sue risorse e di preservarle e incrementarle nel tempo.” Il problema, infatti, non riguarda soltanto quest’ultimo episodio ma anche la lentezza delle istituzioni preposte a rendere l’Arcipelago Toscano, l’Elba, il Giglio un’area protetta: “L’istituzione dell’area marina sarebbe prevista da una legge del 1982, sono passati quarant’anni” afferma a Il FattoQuotidiano.it Umberto Mazzantini per Legambiente e aggiunge: “Nonostante sia prevista da almeno da tre leggi dello stato: manca ancora l’istituzione. È chiaro che in un mare così trafficato se non metti delle regole precise e non le fai rispettare si possono creare conflitti come questo”.
Non è la prima volta che gli ambientalisti mettono in luce la forte necessità di rendere queste aree protette: quest’ultimo episodio spiacevole non è il primo che si verifica a Marciana Marina. “Precedentemente avevano già tagliato la boa e infatti il diving la sta rimettendo” racconta ancora Mazzantini: “Non si sono limitati a buttare i pesci, come si può vedere, questi sono stati legati con un cordino da pesca professionale”. Nella speranza che i colpevoli vengano rintracciati e che questa storia, anche grazie al grande riscontro mediatico, possa far mobilitare l’amministrazione competente. Intanto interviene la sindaca Gabriella Allori: “Sono stata messa al corrente di questa situazione direttamente dal titolare del locale Diving e la troverei francamente assurda se non avessi visto le foto; vero è che non siamo in grado di individuare chi materialmente ha fatto ciò, pertanto il clamore a livello mediatico che questa cosa ha scatenato mi auguro sia un deterrente per eventuali ed ulteriori comportamenti futuri di questo tipo. Voglio sperare che dietro a questi atteggiamenti non ci sia niente di più del gesto di un “buontempone” e che la cosa si esaurisca naturalmente, vista la grande attenzione che si è creata attorno alla vicenda”.