Una nuova interdittiva antimafia riapre la partita per la risoluzione dell’emergenza rifiuti a Roma. Il prefetto di Latina, Maurizio Falco, ha emesso un nuovo provvedimento nei confronti della Ecoambiente srl, la società – riconducibile all’ex re dei rifiuti romani, Manlio Cerroni – che gestisce la discarica di Albano, ai Castelli Romani, che da un anno e mezzo riceve l’immondizia della Capitale. Il commissariamento operato nelle scorse settimane, tuttavia, dovrebbe consentire di non bloccare il conferimento dei rifiuti. Roberto Gualtieri, da quasi un anno sindaco di Roma, è però a caccia di una soluzione per superare il momento attuale. Ed ha già dichiarato che entro luglio ci sarà un piano straordinario che possa accompagnare la città nel prossimo quinquennio. Con il dl Aiuti il sindaco ha infatti ottenuto poteri commissariali per realizzare un piano rifiuti per la capitale in vista del Giubileo del 2025. Per Gualtieri l’obiettivo finale è la costruzione del termovalorizzatore, ritenuto indispensabile per far fronte all’emergenza rifiuti di Roma.
La capitale produce ogni giorno circa 2.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati: di queste, ben 900 tonnellate venivano trattate dal Tmb2 (dove Tmb sta per trattamento meccanico-biologico) di Malagrotta, messo ancora fuori uso dall’incendio divampato al suo interno la sera del 15 Giugno scorso. Il Tmb1 di Malagrotta, interessato anch’esso dall’incendio e rimasto chiuso per cinque giorni, invece tratta quotidianamente 600 tonnellate. Delle restanti 1.000 tonnellate di indifferenziato, 500 vengono trattate dall’impianto di Rocca Cencia, che si vorrebbe chiudere con il progetto del termovalorizzatore, e le altre 500 vengono trattate o smaltite in altre regioni italiane: Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Puglia. Alcune tonnellate raggiungono anche l’impianto di Koeln, in Germania.
Il servizio rifiuti a Roma è il più caro in Italia: costa circa 708 milioni di euro. Nonostante questo, la Capitale è in perenne emergenza. L’unico Tmb di proprietà di Ama, l’azienda municipalizzata dei rifiuti, è quello di Rocca Cencia. L’11 Dicembre 2018 un altro incendio ha distrutto l’altro Tmb di proprietà di Ama, quello del Salario. L’indagine non ha portato a nessun accertamento di responsabilità. Nel 2020 la Procura ha chiesto l’archiviazione. Dopo l’incendio del Tmb di Malagrotta del 15 giugno, secondo le stime di Cgil Roma e Lazio e Legambiente Lazio, nell’ultimo mese sono rimaste a terra, fuori dai cassonetti, almeno 15mila tonnellate di rifiuti, con un extracosto per Ama di almeno 20 milioni di euro.
Per far fronte all’ennesimo allarme rifiuti, Roberto Gualtieri ha deciso di affidarsi al Tmb di Guidonia e alla riapertura della discarica di Albano Laziale. Per la gestione di quest’ultima, è stata necessaria la nomina da parte della prefettura di due commissari: Andrea Atzori e Paola Ficco, due giuristi esperti in materia ambientale. La società proprietaria della discarica di Albano e comproprietaria dell’impianto Tmb di Guidonia è la Pontina Ambiente: una srl, riconducibile a Manlio Cerroni, colpita da un’interdittiva antimafia nel 2014 che limita i rapporti con la Pubblica Amministrazione, per traffico illecito di rifiuti. Per la discarica di Albano è stata necessaria anche la firma di una proroga dei conferimenti fino al 15 novembre 2022. La precedente ordinanza, firmata dall’ex sindaca Raggi, era in scadenza il 15 luglio. La discarica avrebbe una capacità fino a 1.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno. Numerose le proteste dei cittadini, alcuni dei quali presidiano quotidianamente l’ingresso della discarica lamentando bonifiche mai avvenute, inquinamento dell’aria e delle falde acquifere, la troppa vicinanza alle abitazioni.
Sui social il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha scritto: “Speravamo che la chiusura, per motivi amministrativi e burocratici, fosse definitiva. La drammatica e triste situazione di Roma, di nuovo sulle prime pagine di tutt’Europa, ha accelerato la scelta di utilizzarla ancora. Il sistema della gestione dei rifiuti della Capitale è al collasso. Stupisce, ancora una volta, l’assenza di scelte di lungo periodo, mentre prevalgono quelle frettolose, dettate più dalla necessità di fare bella figura e subito, senza alla base studi e ricerche che coinvolgano cittadini e tutti gli Enti interessati. Resto dell’idea che così Roma non risolverà i suoi problemi. La buca si esaurirà presto”. La discarica avrebbe una disponibilità nell’ultimo invaso per circa quattro o cinque mesi di conferimento.
Anche per il Tmb di Guidonia (che è sempre di proprietà del “gruppo Cerroni”) non sono mancate le proteste. Per l’apertura è prevista una fase sperimentale, oltre al rifacimento e alla pulizia della strada di accesso: piena di buche e con rifiuti ingombranti ai bordi della via, il passaggio dei camion è di fatto impossibile. Avrebbe una capacità di trattamento di 200 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Roberto Gualtieri ha affermato: “Contiamo nei prossimi 7-10 giorni di rimetterci in pari con tutto l’arretrato”. Il sindaco di Roma, con i nuovi poteri da commissario per la gestione rifiuti, è adesso al lavoro sul piano per il termovalorizzatore che presenterà a fine luglio. Il piano prevede la costruzione di un impianto da 600mila tonnellate annue per l’indifferenziato, di un paio di biodigestori da 120mila tonnellate annue e di due impianti di trasformazione degli scarti in energia. Il termovalorizzatore dovrebbe sorgere nel quartiere di Santa Palomba, nella zona sud del Municipio IX ed è già battaglia contro l’impianto da parte di comitati di quartiere e associazioni del territorio.