di Daniele Giuseppe Cannata

Il presidente della Repubblica non ha nemmeno fatto in tempo a sciogliere le camere che la destra è già al governo. Sì destra, e non centro-destra, perché di centro non c’è proprio nulla nella coalizione che si sta già sfregando le mani. Ma davvero non c’è speranza di battere questa destra?

Il Pd sembra aver imboccato la strada giusta. Sta proponendo al proprio elettorato l’agenda Draghi, quella per la quale nei giorni antecedenti alle dimissioni del migliore ci sono state manifestazioni, mobilitazioni di massa, appelli firmati da associazioni, sindaci etc etc… Sì in effetti questa è davvero la strada giusta per consegnare il paese alla Meloni e compagnia cantante. Complimenti, anzi… Chapeau monsieur Lettà!

Il M5s avrà l’arduo compito di riorganizzarsi e arginare i danni in questi due mesi per ottenere un risultato dignitoso e prepararsi a cinque anni di opposizione cercando di riscostruire attorno a se, finalmente, un vero polo di centro sinistra insieme a Sinistra Italiana e Articolo Uno. Dovrà tornare a parlare a quella fascia della popolazione, molto vasta, che non si sente rappresentata da nessuno e che si è allontanata dalla vita politica. Per intenderci, stiamo parlando degli astenuti delle ultime elezioni amministrative. Un popolo silenzioso ma enorme che questo inverno si troverà ad affrontare seri problemi economici e sociali.

Forse, realisticamente, l’unica speranza per arginare i danni è un impegno civico che parta dal basso. Tra la gente, in famiglia e con gli amici e soprattutto i giovani. Quelli che certi politici dipingono come fannulloni ora per il Reddito di Cittadinanza, ora quando chiedono salari dignitosi!

Noi che ancora ci rifiutiamo di dover vivere, potenzialmente per i prossimi cinque anni, in un paese governato da forze politiche che non fanno mistero di strizzare l’occhiolino ai nostalgici del ventennio. Che non hanno a cuore i diritti delle minoranze etniche o le libertà sessuali. Che non vogliono la droga di Stato (la cannabis non è una droga: chi glielo spiega?) ma i soldi della droga alle mafie. Si riempiono la bocca di Falcone e Borsellino ma ormai le indagini nei confronti dei propri esponenti non si contano più.

Non voglio credere di vivere in un paese dove la futura presidentessa del Consiglio non condivide i valori della festa della liberazione perché a suo dire è “divisiva”. Certo che è divisa: divide i fascisti dagli antifascisti. Qualcuno le spieghi che si sta candidando a governare un Paese che è costituzionalmente anti-fascista o anche in questo caso, come per le 200 ore di filmato di FanPage, ha bisogno di leggere le 40 e rotte pagine della Costituzione? Forse sì, non sarebbe male che le leggesse prima delle prossime elezioni.

Probabilmente dopo mesi di dibattiti anestetizzati dalle narrazioni predominanti dei principali media ci stiamo ricordando di essere in una democrazia e che quindi, nonostante tutto, i partiti dovranno sempre rendere conto ai cittadini e ottenerne il singolo voto. Sono i cittadini a decretarne la vita o la morte (politica) dei partiti. Impariamo quindi a valorizzare quella dannata crocetta che apporremo tra due mesi in una scheda e diamola a chi dimostra di meritarsela e ha davvero a cuore le nostre sorti. Se ci credete, votate chi più vi convince. Se non ci credete, votate il meno peggio.

Ci aspettano due mesi impegnativi ma dove tutti dobbiamo metterci un po’ del nostro. Parlare, argomentare e confutare continuamente le tesi di chi vorrà invece convincervi che la Meloni non è mai stata al governo, che Berlusconi porterà le pensioni minime a mille euro, che Salvini risolverà per sempre l’immigrazione clandestina, che le leggi che puniscono gli omofobi esistono già, che l’aborto è un omicidio e non un diritto e molto altro (non c’è limite alla fantasia). Ricordiamoci per una volta e per tutte che il voto è il nostro e conseguentemente anche le responsabilità che ne derivano. Spendiamolo bene, se non vogliamo tornare indietro di un secolo, con una semplice X.

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