di Andrea Masala

Nel momento del loro apice (2013-2018) i 5S dicevano di non essere né di destra né di sinistra. Era certo un espediente retorico per prendere voti sia di destra che di sinistra e soprattutto quelli di chi era stufo del teatrino destra-sinistra all’italiana, cioè Berlusconi e Antiberlusconi (Pdl e Pdmenol, ricordate?). Però quel non essere né di destra né di sinistra non era solo retorica, era anche una identità sostanziale. Alcune loro issues erano tipicamente di sinistra (ecologia, reddito di cittadinanza, decreto dignità…), altre (immigrazione, taxi del mare…) tipicamente di destra, altre ancora (quelle su cui hanno preso tanti voti) né di destra né di sinistra o sia di destra che di sinistra: la lotta alla casta e alla corruzione.

I 5S erano infatti in quel momento “Totipotenti”, come le cellule staminali possono evolvere in qualsiasi organo umano, loro potevano diventare sia di destra che di sinistra.
Nella legislatura appena terminata infatti hanno governato sia con la Lega che col Pd-Leu. Qui però interviene la grande anomalia italiana: sia nel governo con la Lega, sia in quello col Pd, i 5s hanno rappresentato la parte sinistra. Introducendo il reddito di cittadinanza (primo arricchimento e ammodernamento del welfare italiano dagli anni 80) e il decreto dignità nel Conte 1 e resistendo al Mes e rilanciando il ruolo del pubblico nel Conte 2. Questo perché in Italia manca una sinistra almeno dal 2008, il vuoto da riempire è quello e gli staminali 5S in quello spazio, volenti o nolenti o indifferenti, si sono ritrovati.

Oggi svolgono oggettivamente la funzione che negli altri paesi svolgono nuove o vecchie sinistre: Melenchon, Podemos, Tsipras… ma lo fanno senza le stanche retoriche e i vetusti schemi che da anni impediscono ai cespugli a sinistra del Pd di andare oltre il 2%. Una sinistra nuova, che può essere votata più dai ceti sociali in sofferenza reale che da soggetti politicizzati, valoriali o ideologici (quel recinto del 2% anch’esso chiuso nell Ztl). Un rinnovamento prima di tutto del “pubblico” di sinistra, del suo elettorato, un rimescolamento di ceti, linguaggi, bisogni e valori che è un vero e proprio ricambio di sangue.

Davanti hanno due difficoltà: da una parte non emulare la vecchia retorica della vecchia sinistra, ma dall’altra elaborare un nuovo modo solidale sul tema immigrazione e un vero garantismo sul tema giustizia. Nel momento in cui sia la destra-destra di Meloni e Salvini sia il centrodestrasinistra di Letta e Brunetta vogliono che i 5S spariscano, la loro presenza è essenziale per la democrazia politica e la democrazia sociale italiana.

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