L'azienda inglese punta su tecnologie sostenibili di nuova generazione, e su una strategia a due velocità che le consentirà di diventare un'azienda totalmente carbon neutral nel 2039. Grazie all'elettrico, ma anche ad un approccio eco-friendly a 360 gradi
Si fa presto a dire lusso. C’è quello dei cavalli prepotenti, urlato, ostentato, e anche per questo caduco come un gigante dai piedi d’argilla. Poi c’è quello ragionato, responsabile e quasi mai sopra le righe, che ha come bussola da cui non si può prescindere la sostenibilità: il modern luxury, quello dei valori. Al secondo orientamento sembra ispirarsi il nuovo corso di Jaguar-Land Rover, che all’ormai tradizionale understatement affianca un’attenzione particolare per l’ambiente, “ripensando i processi produttivi per salvaguardarlo, mantenendo tuttavia il nostro dna”, come spiega il numero uno della filiale italiana Marco Santucci.
La mente va subito all’elettrone, cioè a quella da alcuni indicata come la tecnologia principale per l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica. Associazione giusta ma poco esaustiva, perché come vedremo sul tavolo dell’azienda inglese c’è molto altro. E’ comunque utile partire da qui, perché la dead line imposta dall’Unione Europea per lo stop ai motori benzina e diesel nel 2035 una scossa, è proprio il caso di dirlo, l’ha data.
JLR ritiene che l’elettrico sia la risposta, e ha messo a punto una strategia a due velocità spiegata dallo stesso Santucci: “Jaguar già dal 2025, dieci anni prima della data indicata dall’Europa, proporrà solo auto 100% elettriche. Perché riteniamo che, al di là delle posizioni politiche o legislative, questa sia la soluzione più sostenibile in quanto l’efficienza di un motore elettrico è più alta rispetto alle altre motorizzazioni tradizionali. Land Rover, invece, seguirà più l’andamento del mercato introducendo progressivamente modelli elettrici aggiuntivi, ma svolgendo un ruolo di formazione e informazione per la diffusione delle nuove tecnologie rivolgendosi a un pubblico sensibile a questi temi, ma che può permettersi una scelta sostenibile anche a fronte di listini più elevati”. Operazione possibile, considerando che le auto elettriche stanno si incontrando difficoltà nel mainstream, ma che nel lusso alcune delle barriere tradizionali alla loro diffusione (come i prezzi alti) non sembrano insormontabili: proprio il premium potrebbe, insomma, costituire una testa di ponte per una maggiore diffusione dell’elettrico.
La strategia della modulazione degli interventi a seconda del marchio, poi, sembra coerente con l’obiettivo (piuttosto ambizioso) che JLR si è data nel medio e lungo periodo: tagliare del 46% le emissioni di anidride carbonica entro il 2030, per poi diventare un’azienda totalmente carbon neutral nel 2039. Un traguardo che non potrà essere raggiunto se non con un approccio omnicomprensivo alla sostenibilità: e qui torniamo a quel “molto altro” di cui si parlava prima. “L’attenzione a materiali come l’alluminio riciclato, fino alla scelta di interni con le stesse caratteristiche tattili e di piacevolezza della pelle ma prodotti da materiali plastici recuperati misti a fibre naturali sono parte integrante della nostra offerta anche su prodotti top, ma che magari la gente non conosce”, spiega ancora Santucci.
Estetica con etica, potremmo definirla. Ovvero quando tecnologie e design vengono ispirati dal rispetto per il mondo e per le persone che lo abitano, e di conseguenza si traducono in minimalismo, linee pulite e abitacoli eco-friendly. Con zero sprechi e molta attenzione a non inquinare, come fanno ad esempio gli uomini e le donne di One Ocean, il progetto nato per monitorare lo stato di salute dei nostri mari che Land Rover sostiene con convinzione da due anni. Perché, come sappiamo ma spesso dimentichiamo, “there is no planet B”.