La caduta del governo non ha "sospeso" le manovre al Pirellone. Da una parte Letizia Moratti ha rilanciato la propria candidatura, facendo innervosire il suo presidente. Dall'altra il Partito democratico e i 5 stelle stanno continuando col lavoro fatto fin qui per arrivare a un'alleanza
Resa dei conti a Palazzo Lombardia tra il presidente e la vicepresidente. Attilio Fontana è il candidato ufficiale della Lega da quasi due mesi, ma ora avverte su di sé la “minaccia” di Letizia Moratti, che da quando ha dato la propria disponibilità a correre per le Regionali dell’anno prossimo, non solo non ha fatto alcun passo indietro, ma ha addirittura rilanciato. E a dispetto delle previsioni, l’evoluzione del contesto politico nazionale non ha sospeso le manovre al Pirellone. Per certi versi, semmai, le ha accelerate.
FONTANA ATTACCA LA SUA VICE – A innervosire l’esponente del Carroccio, ora, è la ricostruzione – confermata dall’ex sindaco Gabriele Albertini – secondo cui Moratti, nonostante la caduta del governo, non abbia alcuna intenzione di ritagliarsi un ruolo a livello nazionale. Ma che, al contrario, come scritto più volte da ilFattoQuotidiano.it, stia lavorando alla propria candidatura in Lombardia. Tanto da dire che “la Lombardia merita di più”. “Se si sente a disagio” ha replicato Fontana, “ci sono tante opportunità”. E poi, a proposito della “discesa in campo” della sua vice, “bisogna capire dove eventuale intende candidarsi: nel centrodestra, nel centrosinistra, nel centro. La incontro spesso, ma a me non ha mai detto niente”.
MORATTI E L’APERTURA AL CENTRO – In tarda mattinata è arrivata la nuova conferma – come se ce ne fosse bisogno – della ex presidente dalla Rai: “Ho dato la mia disponibilità – ha detto ai microfoni de L’Aria che tira – ovviamente mi aspetto un chiarimento col centrodestra. Credo sia doveroso e urgente”. Poi, però, Moratti ha aperto anche ad altri scenari. “Mi sono sempre considerata al servizio dei cittadini, il mio è un impegno civico. Non vedo steccati ideologici – ha precisato – io credo nei programmi, nell’ascolto e nel confronto, questa è sempre stata la mia bussola, la stella polare e sarà sempre così. Non si tratta di schieramenti ma di dare risposte”. Tanto che “in questo momento si sono rotti gli schemi. Credo che a un amministratore locale la gente chiede di essere bene amministrata e che si risolvano i problemi”. Per poi concludere dicendo che “cerco di valutare prima i programmi e rispetto a quelli scelgo e determino le mie scelte e azioni. Il centrodestra è sempre stato europeista e atlantista e in questo mi ritrovo”. Ora, ha notato, “gli schemi si stanno sfaldando e ricostituendo, si tratterà di vedere come. Aspetto un chiarimento, dopodiché mi riterrò libera e indipendente di fare le mie scelte, come sono sempre stata”.
IL COLLOQUIO CON ALBERTINI – L’appoggio a Moratti, dopo quello di Carlo Calenda, è arrivato anche dall’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. I due si sono incontrati ieri e, raggiunto dall’Ansa, Albertini ha spiegato che “potrebbe essere una buona candidata come presidente della Lombardia ma a questo punto non le interessa un ruolo nazionale“. È “un candidato più civico e manageriale” rispetto al governatore uscente, il leghista Attilio Fontana, e “in Lombardia può essere un valore aggiunto. Lei è interessata alla candidatura alla presidenza della Lombardia, magari con una sua lista”. E se il centrodestra dovesse scegliere Fontana? “Non credo si ritirerà – ha risposto Albertini – ma dovete chiederlo a lei”.
PD E M5S AVANTI INSIEME – E a sperare che si ripeta un “caso Verona”, ma a livello regionale, è tutto il centrosinistra. Centrosinistra lombardo che sembra non risentire di ciò che è stato deciso a Roma. Una prima apertura è arrivata dal capogruppo del Partito democratico, Fabio Pizzul: “Bisogna davvero chiamare a raccolta tutti coloro che credono che questa Giunta abbia fatto male. Noi abbiamo lavorato con tutti in questi mesi, dai 5 stelle ad Azione a +Europa e ai civici – ha spiegato – e vorremmo continuare a lavorare in questo senso, sui temi e sui programmi”. Per il capogruppo dei 5 stelle, Dario Violi, “è evidente che si stia aprendo una breccia per cambiare la Lombardia e bisognerà lavorare con tutte le forze che hanno intenzione di cambiare, senza alchimie nazionali o altro”. E tanto per chiarire che l’alleanza è a buon punto – tra le forze di centro e centrosinistra sono state organizzate delle riunioni tematiche per parlare di contenuti in vista delle elezioni – Violi avverte che “se arrivano dei diktat da Roma e si sceglie di far vincere un Fontana bis, chi farà questa scelta se ne assumerà le responsabilità“.
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