A tre giorni dalla dichiarazione di emergenza sanitaria globale, l’Oms interviene nuovamente sul vaiolo delle scimmie che sta velocemente facendo registrare un incremento dei numeri dei casi, ora anche tra donne e bambini. Al 22 luglio erano 16.016 i casi nel mondo con un balzo del 48% in soli 7 giorni secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dedicato all’infezione. A questi due dati se ne aggiunge un terzo, non meno significativo: “Questa è la prima volta che la trasmissione locale del vaiolo delle scimmie è stata segnalata in Paesi recentemente colpiti senza collegamenti epidemiologici ai paesi dell’Africa occidentale o centrale che hanno precedentemente segnalato il vaiolo delle scimmie”, scrive l’Oms.
Il vaccino da solo non può fermare l’epidemia di vaiolo delle scimmie. “Chiediamo, per il momento, di adottare misure per ridurre questo rischio”, per esempio “limitando i partner sessuali e le interazioni” dice il direttore dell’ufficio europeo dell’Oms Hans Kluge. Sebbene comincino a osservarsi casi di trasmissione domestica, “dobbiamo rispondere concentrandoci sulla modalità di trasmissione dominante (il contatto pelle a pelle durante gli incontri sessuali) e sui gruppi a più alto rischio”. Alcuni paesi hanno già iniziato una campagna vaccinale.
Il vaiolo delle scimmie (segnalato per la prima volta anche in Italia a metà maggio) è una zoonosi silvestre – ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici – con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale. La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso l’esposizione alle goccioline esalate e dal contatto con lesioni cutanee infette o materiali contaminati. I sintomi, come spiega l’Oms, sono febbre, mal di testa, dolori muscolari e eruzioni cutanee: possono essere lievi o gravi e le lesioni possono essere molto pruriginose o dolorose.
Al momento sono 75 i Paesi colpiti dall’epidemia e l’Europa continua a essere il continente più interessato: nelle ultime quattro settimane il 72% dei casi si è concentrato nel Vecchio Continente. Per questo l’Europa, nella classificazione Oms, è l’unica area classificata ad alto rischio. Per tutte le altre il rischio è moderato, salvo la regione del Pacifico Occidentale dell’Oms in cui il rischio è stimato come basso. Complessivamente quasi il 90% di tutti i casi registrati nel mondo si sono verificati in soli dieci Paesi: Spagna, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Francia, Olanda, Canada, Brasile, Portogallo e Italia.
Il rapporto conferma che l’epidemia riguarda quasi esclusivamente i maschi, che sono il 99% delle persone contagiate. Il 77% dei casi ha tra i 18 e i 44 anni.
Dall’inizio dell’epidemia fino al 25 luglio in Europa sono stati segnalati 9.697 casi di vaiolo delle scimmie; quasi 2mila sono stati notificati negli ultimi sette giorni. Sono i dati che emergono dall’ultimo aggiornamento sull’andamento dell’epidemia elaborato congiuntamente dello European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) e dall’ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Tra i Paesi europei, la Spagna resta la più colpita con 3.151 casi. Seguono Germania (2.352), Francia (1.567), Paesi Bassi (712), Portogallo (588), Italia (407), Belgio (312), Austria (109), Svezia (79), Irlanda (69), Danimarca (59), Polonia (48), Norvegia (46), Ungheria (33), Slovenia (28), Grecia (24), Romania (20), Malta (17), Repubblica Ceca (16), Lussemburgo (16), Finlandia (13), Islanda (9), Croazia (8), Bulgaria (4), Estonia (4), Lettonia (3) e Slovacchia (3). Nell’ultima settimana il vaiolo delle scimmie è comparso in tre nuovi Paesi: Serbia con 5 casi e Bosnia-Erzegovina e Turchia con un caso ciascuno. Per quanto riguarda l’Italia, i casi confermati sono 407. Quasi il 90% sono stati registrati in sole quattro Regioni: Lombardia (191), Lazio (88), Emilia Romagna (47) e Veneto (31).