Il razzo cinese Long March 5B è in caduta libera dallo spazio. È stato lanciato in orbita domenica 24 luglio e ora sta preoccupando tutti gli scienziati aerospaziali internazionali. Il timore è che possa non disintegrarsi completamente al rientro nell’atmosfera terrestre e che provochi quindi una pioggia di detriti come quella che colpì l’oceano Indiano nel 2021.
Long March 5B è decollato dalla piattaforma di lancio di Wenchang, sull’isola meridionale di Hainan. Trasportava in orbita il secondo modulo di Tiangong (in cinese palazzo Celeste), ovvero la stazione spaziale cinese a bordo della quale si trovano tre astronauti e che è destinata ad ampliarsi. L’obiettivo era l’aggancio del modulo Wentian a quello principale, il Tianhe. Ad ottobre, inoltre, è previsto il lancio di un ulteriore modulo, il Mengtian, in modo che la struttura possa assumere la forma di una T. Il razzo trasportava un nuovo laboratorio alimentato ad energia solare al fine di ospitare esperimenti di biologia e un piccolo braccio robotico per permettere operazioni più precise.
Ora gli esperti temono che parti del razzo possano “piovere” sulla terra. Oltre a questo c’è la difficoltà di prevedere la traiettoria di volo a causa delle fluttuazioni nell’atmosfera generate dalle continue variazioni dell’attività solare. Jonathan McDowell, esperto dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, ha affermato che “il problema dei razzi cinesi è nella loro progettazione rischiosa e irresponsabile dei lanci. Di solito, gli scarti dei razzi rientrano subito dopo il decollo senza entrare in orbita, così da evitarne la dispersione e una eventuale precipitazione su un punto non sicuro, quelli cinesi invece no“. Secondo il ministero degli Esteri cinese la probabilità di danni a qualcosa o qualcuno è “estremamente bassa”. Molti scienziati concordano con la Cina sul fatto che le probabilità che i detriti causino gravi danni sono minime. Nel maggio 2021 fu proprio un Long March a causare la pioggia di detriti nell’Oceano Indiano, a nord delle Maldive.