“E’ venuta a mancare questa notte all’età di 102 anni Celina Seghi, leggenda del mondo dello sci alpino e tra le più grandi campionesse della disciplina già prima della guerra. Una delle prime sciatrici alpine italiane, detentrice di un palmares straordinario“. Così la Fisi ha detto addio a Celina Seghi, la sciatrice più vincente della storia a livello nazionale. Era conosciuta come “La signora delle nevi” proprio per il numero incredibile di medaglie vinte.

Seghi nasce all’Abetone il 6 marzo 1920, pochi mesi prima di Zeno Colò, unico azzurro della storia a conquistare l’oro olimpico in discesa libera e anch’esso originario dell’Abetone. Insieme a Colò, Vittorio Chierroni e Gualtiero Petrucci fu parte del quartetto delle meraviglie della località pistoiese tra gli anni ’30 e 40. In quel periodo veniva anche chiamata “Topolino rosso” per via della salopette rossa che sempre indossava e che valorizzava il fisico minuto e scattante. Gareggiò per oltre vent’anni, fino al 1956. In carriera ha ottenuto 37 medaglie ai Campionati italiani e alcuni allori internazionali. La prima medaglia a livello nazionale la conquistò nel 1934, appena 14enne. L’anno della sua esplosione fu il 1937 quando, sempre agli italiani, trionfò in tre specialità: discesa libera, slalom speciale e combinata. La Seconda Guerra Mondiale condizionò inevitabilmente la sua carriera. Nel 1941 ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo vinse l’oro nello slalom e l’argento in combinata. Quella rassegna iridata, però, non fu omologata dalla Fis (la Federazione internazionale) poiché erano assenti molte nazioni in conflitto con l’Italia.

In carriera vinse comunque prestigiosi trofei internazionali. Il più importante è l’Arlberg-Kandahar. Nell’edizione del 1947, disputata a Mürren, in Svizzera, trionfò in discesa libera e in combinata e concluse seconda nello slalom. L’anno successivo, a Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, si impose nello slalom e nella combinata e fu terza in discesa libera. Grazie alla somma di questi piazzamenti si aggiudicò il trofeo della competizione, la “K” di diamanti. Il medesimo anno partecipò ai Giochi Olimpici invernali di Sankt Moritz, dove concluse quarta nella discesa libera, 14esima nello slalom speciale e ancora quarta nella combinata.

Nel 1949 ottenne i suoi ultimi risultati di rilievo all’Arlberg-Kandahar, chiudendo a Sankt Anton am Arlberg, in Austria, tra le prime sei senza, però, mai centrare il podio in tutte e tre le specialità previste. Ai Mondiali di Aspen 1950, conquistò il bronzo nello slalom. Nel 1954 ottenne l’ultimo dei suoi 25 titoli nazionali aggiudicandosi lo slalom a vent’anni anni esatti dal bronzo del 1934. Nel 1956 alla vigilia dei Giochi olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo appese gli sci al chiodo. Dopo il ritiro divenne maestra di sci all’Abetone dove ha continuato a sciare fino a più di novant’anni.

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