Per vocazione e per interesse. Della prima ci si può vantare, della seconda magari un po’ meno, ma con i tempi che corrono l’efficienza è un valore riconosciuto. Il gruppo Bmw rivendica di lavorare da anni alla sostenibilità ambientale, ma anche sociale: una scelta che non influisce sui risultati. I bilanci sono floridi, gli azionisti soddisfatti e, a quanto pare, anche i clienti: nel 2021 il costruttore bavarese si è ripresa il primato quale marchio premium più venduto al mondo e ha confermato quello di gruppo.

A Unterschleißheim, nei pressi di Monaco, si trova il Recycling & Demontage Zentrum (RDZ) di Bmw, il più grande centro di riciclo della Germania, almeno fra le case automobilistiche. Occupa 70 addetti, il cui lavoro consiste nello sfasciare le macchine. Un compito che svolgono con certosina pazienza e inesorabile determinazione perché ogni singolo grammo di materiale e ciascun pezzo valgono: complessivamente fra i 4.000 e i 15.000 euro per veicolo, batteria ad alto voltaggio esclusa.

Vengono recuperati fra i 20 e i 30 chilogrammi di rame per veicolo: l’oro rosso ha un valore di mercato che oscilla fra i 6 e gli 8.000 euro la tonnellata. L’alluminio ha una quotazione decisamente più bassa, ma dipende anche se è differenziato o meno. Perfino i liquidi hanno una seconda vita: per svuotare ogni serbatoio serve una mezz’ora. Bmw, che fabbrica circa 2,5 milioni di auto l’anno, impiega 30 ore per realizzarne una, ma appena 4 per smontarla (fino a 15 se è datata) e recuperarne i materiali. Da anni la divisione Ricerca e Sviluppo tiene conto della necessità di riciclo e i modelli più moderni sono decisamente più semplici da smontare.

Il sito, dove vengono anche neutralizzate le funzioni “pirotecniche”, ossia fatti saltare in maniera controllata i dispositivi che contengono piccole quantità di esplosivo (4 minuti anziché 3 ore di lavoro) ha una capacità di circa 10.000 auto l’anno. Vengono recuperate 13.000 tonnellate di materiali, 2.000 pezzi di ricambio e, fra le altre cose, anche 350.000 litri di liquidi.

Bmw sottolinea di essersi impegnata sul fronte della sostenibilità prima (in Europa dal 2015 è obbligatorio il riuso di almeno il 95% del peso di un veicolo) ancora prima dell’introduzione delle norme anche sul rispetto dei diritti umani della filiera: la legge tedesca è stata poi “copiata” dall’Unione Europea. Per questo, oggi, può permettersi di non nascondere numeri importanti. Pur cercando di evitare i superlativi (“noi non facciamo green washing”, fanno sapere da Monaco, dove avevano anche escluso in ogni modo la manipolazione dei sistemi di abbattimento delle emissioni: le inchieste hanno dato loro ragione), Bmw anticipa comunque obiettivi ambiziosi.

A cominciare da quello sull’impiego di materiali secondari: attualmente il 30%, ma destinati a diventare il 50%, anche se non si sa quando. Per Bmw “la via che porta a Parigi (l’accordo sul cima, ndr) non è diretta, ma circolare”. Il riferimento è alla nuova economia che riduce gli sprechi e punta sul riuso: già lo scorso settembre Bmw aveva esibito all’IAA di Monaco di Baviera il concept i Vision Circolar completamente riutilizzabile, realizzato con una tecnologia ad incastro ribattezzata Joyfull Fusion. Per Bmw la sostenibilità è a 360°: nella propria strategia di progressivo azzeramento delle emissioni di CO2, rispetto al 2019 ed entro al 2030 vuole ridurre del 20% quelle della filiera di fornitura (sono già stati sottoscritti oltre 400 contratti specifici con le aziende di riferimento), dell’80% quelle della produzione e del 50% quelle derivate dall’utilizzo delle auto.“Abbiamo un obiettivo ambizioso – sintetizza Joachim Post, responsabile degli acquisti del gruppo – e cioè creare la filiera più sostenibile nell’industria automobilistica”. “Noi non parliamo, noi agiamo, assieme ai nostri partner della rete dei fornitori”.

Malgrado abbia 100 anni, la fabbrica di Monaco da mezzo milione di metri quadrati di superficie (620.000 quelli produttivi) che occupa 7.000 addetti di 50 nazioni e 1.500 robot è in grado di produrre 5 modelli differenti con alimentazioni diverse sulla stessa linea fino a una ogni 65 secondi. Anche in questo caso evitando di sprecare risorse, che inquinano e che costano, e recuperando non solo acqua ma perfino aria.

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