Il raggiungimento della fase di collasso del sistema rifiuti della Calabria sarebbe risultato ampiamente prevedibile dal momento che si trattava di una situazione perdurante “da quattro anni”
“Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto: dichiara il difetto di legittimazione passiva del Comune di Reggio Calabria e del Ministero dell’Interno; accoglie il ricorso e, per l’effetto, annulla l’impugnata ordinanza contingibile ed urgente n. 246 del 07-09-2019 del Presidente della Giunta regionale della Calabria in materia di gestione dei rifiuti urbani”. La sentenza del Tar della Calabria, pubblicata il 22 luglio scorso, ha dato ragione a Italia Nostra, Wwf Provincia di Crotone, Protezione Animali Calabria, Forum del Terzo Settore della Provincia di Crotone e a molti cittadini che nel 2019 avevano presentato ricorso contro la Regione Calabria, il Comune di Reggio Calabria e nei confronti della Sovreco spa, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e il Ministero dell’Interno. La vicenda? Semplice nella sua assurdità.
Nel luglio 2019 il Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Mario Oliverio, “stante l’inadempimento degli altri ATO nell’individuazione di siti e nell’avvio dell’iter di progettazione e installazione di discariche di livello provinciale e sub provinciale, in parte indisponibili e in parte ancora in fase di progettazione e non realizzate tutte le altre discariche calabresi previste dal Piano di gestione dei rifiuti risalente al 2016”, autorizza “in via eccezionale e urgente”, lo smaltimento di tutti i rifiuti in minima parte presso la Discarica di Cassano allo Ionio e in larghissima parte presso la discarica privata di Crotone, località Columbra dove possono confluire tutte le tipologie di rifiuti urbani e compostati provenienti dagli impianti di trattamento regionali sino al raggiungimento della volumetria di 120.000 tonnellate di rifiuti e comunque sino al 30 giugno 2020. Il ricorso, articolato, si basa innanzitutto sulla contestazione dell’“ordinanza contingibili e urgente”. Il motivo? Il collasso del sistema rifiuti della Calabria sarebbe risultato ampiamente preventivabile dal momento che si trattava di una situazione perdurante “da 4 anni” e preesistente alla stessa adozione del piano regionale di gestione dei rifiuti. Ma le contestazioni erano anche altre. Riguardavano l’aumento delle volumetrie e dell’altezza della discarica. Ma anche la non idoneità dell’ubicazione della discarica. Infatti il sito di Columbra è posto ad una distanza inferiore ai 2000 metri sia dalla frazione di Papanice che dalla periferia sud-ovest di Crotone. Motivazioni queste più che plausibili, ma insufficienti per il Tar al fine di concedere a settembre 2021 una sospensiva. Dopo tre anni, il Tar entrando nel merito, annulla per eccesso di potere e carenze istruttorie, il punto dell’ordinanza che disponeva l’ampliamento. La circostanza che “il provvedimento contestato abbia esaurito i suoi effetti” non esonera, sostiene il Tar, la pubblica amministrazione dal tenerne conto nell’esercizio del suo potere “nel futuro”. A distanza di tre anni il Tar Calabria dà ragione alle Associazioni ambientaliste e a diversi cittadini. Una vittoria forse dimezzata nella sostanza, ma dall’evidente valore simbolico. Come dimostrano le diverse reazioni. “Siamo delusi dalla lentezza della giustizia, ma in ogni caso soddisfatti del risultato ottenuto, tutti insieme”, sostiene il Wwf della provincia di Crotone. “La città continua a pagare un prezzo altissimo le recenti scelte politiche in tema di discariche e quelle industriali meno recenti. In gioco c’è la salute delle persone. Non soltanto l’ambiente, il Paesaggio”, spiega Gaetano Megna, del Comitato per i diritti del cittadino di Papanice. Per Vincenzo Voce, sindaco di Crotone “La sentenza si inserisce nel solco di un orientamento ormai consolidato da parte del TAR Calabria ed inaugurato con una sentenza favorevole che già come Comune di Crotone avevamo ottenuto qualche mese fa: questo orientamento contrasta l’utilizzo indiscriminato, da parte della Regione Calabria, dei poteri cosiddetti “extra ordinem” per fare fronte alle emergenze rifiuti, tanto più nei territori che, come quello di Crotone, hanno già pagato un prezzo troppo alto in termini di abbancamento di rifiuti”. Ilfattoquotidiano.it ha contattato la Regione Calabria per avere delucidazioni, ma l’ente guidato da Roberto Occhiuto ha preferito non rispondere. Intanto chi brinda alla vittoria, ragiona sulle criticità di Crotone e sull’ambiente da preservare, per quanto possibile.