Rischiano di diventare un terremoto le rivelazioni de La Stampa sui contatti tra il consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega, Antonio Capuano, e Oleg Kostyukov, "importante funzionario dell’ambasciata russa". Quest'ultimo, due mesi prima della caduta del governo, ha chiesto se il partito stesse prendendo in considerazione l'ipotesi di ritirare i ministri
All’alba della campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre, rischiano di diventare un terremoto le rivelazioni de La Stampa sui contatti tra il consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega Matteo Salvini, Antonio Capuano, e Oleg Kostyukov, “importante funzionario dell’ambasciata russa” in Italia. Con il russo che, si legge, due mesi prima della caduta del governo Draghi chiedeva se il Carroccio fosse interessato a ritirare i propri ministri. “Fesserie”, per il segretario leghista. Mentre l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, attraverso il sottosegretario Franco Gabrielli, puntualizza, visto che l’articolo si riferisce a fonti d’intelligence, pur non specificando di quale Stato, che “le notizie apparse sul quotidiano La Stampa circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni” tra Capuano e rappresentanti dell’ambasciata russa “sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir in occasione di analoghi articoli apparsi nei mesi scorsi”. Silenzio anche dall’ambasciata russa a Roma che ha sottolineato di avere “nulla da aggiungere” a “quello che è già stato detto in giugno”, riferisce una fonte. In giugno l’ambasciata aveva reso noto di avere “assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei” per il suo viaggio a Mosca previsto per il 29 maggio, poi cancellato. L’ambasciata aveva aggiunto che la cifra era stata restituita da Salvini e che il rimborso sarebbe avvenuto anche se il viaggio ci fosse stato.
La vicenda ha innescato la polemica politica, quando mancano poco meno di due mesi alle elezioni. Tra i primi a intervenire nel dibattito c’è il segretario del Pd, Enrico Letta: “Le rilevazioni di oggi sui legami tra Salvini e la Russia di Putin sono inquietanti, la campagna elettorale inizia nel modo peggiore, con una grandissima macchia su questa vicenda. Vogliamo sapere se è stato Putin a far cadere il governo Draghi“, ha dichiarato prendendo parte all’assemblea di Coldiretti. Non semplici dichiarazioni di circostanza, da campagna elettorale. Letta ha infatti aggiunto che interesserà del tema il Copasir e preparerà interrogazioni parlamentari: “Se così fosse sarebbe una cosa di una gravità senza fine. Salvini non è riuscito neanche a smentire con una dichiarazione che conferma tutti i suoi legami oscuri“. Sulle stesse posizioni anche Italia Viva che, con il senatore Ernesto Magorno, segretario del Copasir, dichiara: “La possibilità di un’ingerenza della Russia nelle prossime elezioni è qualcosa di concreto e vicende simili si sono verificate nel passato. L’Italia ha gli strumenti per garantire la legalità del voto e questi strumenti vanno tutti attivati. Come Copasir lavoriamo da mesi per tutelare la nostra democrazia, siamo pronti a intervenire per contrastare ogni eventuali illegalità. Porterò la questione all’attenzione del Comitato in modo da mettere in sicurezza il voto del prossimo 25 settembre”.
Giuseppe Conte ha detto che “se ci sono delle questioni da chiarire, come stanno emergendo, la Lega e Salvini devono chiarirle nelle sedi istituzionali opportune come è sempre stato, per quanto ci riguarda”. Anche Luigi Di Maio ha detto di credere “che Salvini debba spiegare queste sue relazioni con la Russia, negli stessi giorni in cui si faceva pagare in rubli il biglietto per Mosca, che poi ha restituito”. Da parte sua, Salvini si è limitato a respingere le accuse senza entrare nel merito della questione: “Sono fesserie. Io ho lavorato e lavoro per la pace e per cercare di fermare questa maledetta guerra. Figurati se vado a parlare di ministri e viceministri, mi sembra la solita fantasia su cui c’è Putin, c’è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma”. Nella tarda mattinata, incalzato dai giornalisti, aveva anticipato la smentita istituzionale da parte di Gabrielli: “La crisi di governo è stata dettata dalla Russia? Siamo seri, a breve ci sarà una smentita a livello istituzionale, è gravissimo che si diffondano fake news. Noi siamo con l’Occidente e con la democrazia”. Diversa la reazione dei suoi alleati di centrodestra. Se per il vicepresidente di Forza Italia, Antono Tajani, si tratta di “una campagna denigratoria verso il centrodestra e questo è buon segno perché” significa che il “centrosinistra è in difficoltà”, Fratelli d’Italia appare più fredda e con il suo capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida dichiara: “Se ci imbarazza l’inchiesta sui legami tra Lega e Russia? Le questioni di carattere internazionale vanno chiarite e approfondite. Noi non siamo imbarazzati rispetto a nulla, l’Italia è dalla parte dell’Occidente. Noi siamo al fianco dei nostri alleati. Con i ‘se’ non si fanno cose serie. La richiesta di verificare è legittima“.
Nell’articolo, in cui si citano fonti d’intelligence, si ricostruiscono le vicende di quei giorni, caratterizzati dalle polemiche per la visita, poi mai avvenuta, del leader del Carroccio in Russia nel pieno dell’invasione dell’esercito russo in Ucraina e dal dibattito sull’invio di armi all’Ucraina, al quale la Lega si opponeva. “Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del governo italiano con questa operazione – si legge – avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo”. Interesse tutt’altro che secondario se si pensa all’esultanza di alcuni esponenti della leadership russa, uno su tutti Dmitry Medvedev, nel giorno delle dimissioni dell’esecutivo. Senza dimenticare le parole proprio di Draghi che, nel suo ultimo intervento al Senato, aveva citato espressamente quelle forze politiche che si sono messe contro l’appoggio alla resistenza ucraina: “In politica estera, abbiamo assistito a tentativi di indebolire il sostegno del governo verso l’Ucraina, di fiaccare la nostra opposizione al disegno del presidente Putin”, aveva detto.
Il quotidiano torinese spiega che Kostyukov è l’uomo che comprò i biglietti della missione, poi saltata, di Salvini a Mosca e ricostruisce le fasi di quei rapporti, osservando che le conversazioni tra Capuano e Kostyukov sulla situazione del governo italiano avvengono tra il 27 e il 28 maggio, mentre il giorno prima, il 26, il presidente del Consiglio Draghi tenta di sbloccare la crisi del grano parlando al telefono con Putin. Nell’articolo si legge che, nei documenti dell’intelligence, Kostyukov è indicato come “vicario dell’ufficio politico dell’ambasciata russa a Roma”, mentre indica Capuano come “ex deputato napoletano di Forza Italia, oggi non più parlamentare, che in passato sostenne di aver aiutato l’allora ministro Frattini in alcuni dossier internazionali”.
Nei documenti citati dal quotidiano si parla anche dei contatti con i russi per l’organizzazione della missione di Salvini a Mosca, poi mai avvenuta. Ai primi di maggio 2022 Capuano è stato contattato “da una esponente del partito di Putin, Russia Unita, che, informata della missione programmata, si sarebbe offerta di supportare il consulente di Salvini nell’organizzazione della trasferta, suggerendogli in prima battuta di prelevare il denaro necessario per effettuare tutti i pagamenti previsti, da convertire in rubli in loco, essendo inutilizzabili carte di credito e bonifici bancari. In tale contesto il consulente avrebbe riferito di incontri già fissati con il ministro Sergej Lavrov – con il quale sarebbe stato programmato un pranzo per il 6 maggio – e con il presidente della camera Alta dell’Assemblea federale russa Valentina Matvienko“. Secondo i documenti citati, Capuano è stato contattato anche “da un soggetto dell’ambasciata americana a Roma che si sarebbe detto molto interessato al viaggio del senatore Salvini a Mosca, pur non avendone ancora compreso la reale finalità. Capuano avrebbe risposto di non poter fornire dettagli” e rinviato a un incontro per il leader leghista “con esponenti di altissimo livello a Washington” dopo la missione. Gli americani avrebbero poi continuato a “tenere discretamente d’occhio la vicenda” senza dare seguito alle richieste dell’esponente della Lega.