Derek Abbott, docente dell’università di Adelaide, e Colleen Fitzpatrick, celebre genealogista americana, sono riusciti a sequenziare il Dna dell’uomo, ricomponendone l’albero genealogico e scoprendone l’identità
Poche luci e molte ombre. Un mistero quasi senza precedenti, custodito dalla terra australiana per 74 anni, è stato svelato. Ma facciamo un passo indietro. Nel dicembre del 1948, il cadavere di un uomo ben vestito, tra i 40 e i 50 anni, viene rinvenuto presso la diga di Somerton Beach ad Adelaide, in Australia. Gli indizi sono pochi: una sigaretta fumata a metà, biglietti di mezzi pubblici, due pettini e un verso di una poesia persiana, scritto su un pezzo di carta. Niente portafogli né documenti di identità. Troppo poco per un identikit. Nella speranza di trovare una corrispondenza, le impronte digitali dell’uomo vengono spedite in tutto il mondo, ma senza fortuna. Gli investigatori e la polizia, setacciate tutte le possibili piste, incluso il coinvolgimento dei servizi segreti russi, non arrivano a una soluzione. Lo battezzano, allora, ‘l’uomo di Somerton’ e, nel 1949, viene sepolto nel cimitero di Adelaide con una frase incisa sulla lapide: “Qui giace l’uomo sconosciuto che è stato trovato a Somerton Beach”.
Oggi, dopo più di 70 anni, il caso sembra poter essere risolto. Nel 2021, infatti, il corpo è stato riesumato per consentire a Derek Abbott, docente dell’università di Adelaide, e Colleen Fitzpatrick, celebre genealogista americana, di sequenziare il Dna dell’uomo. Analizzando un capello, i due studiosi ne hanno ricomposto l’albero genealogico, scoprendone l’identità. Da più di 4000 nomi, sono risaliti, poi, a uno solo: Carl “Charles” Webb, ingegnere nato nel 1905 in un sobborgo di Melbourne. Il più giovane di sei fratelli – secondo quanto raccontato dagli esperti alla Cnn – e sposato con Dorothy Robertson, da cui poi si era separato. In seguito alla rottura, la moglie si era trasferita nel sud del Paese ed è probabile che Webb si fosse spinto ad Adelaide per riconciliarsi con lei. Un mistero fitto, insomma, intricato in una ragnatela d’amore di cui rimane ancora molto da chiarire. La scoperta di Abbott e Fitzpatrick, però, è un pezzo di un puzzle mai ricomposto che potrebbe sigillare uno degli enigmi più longevi della storia australiana.