Società

Maltacamp, il campo estivo dell’Ordine di Malta: solidarietà non vuol dire solo aiutare gli altri

La solidarietà non va mai in vacanza. Tante associazioni hanno offerto una stupenda testimonianza di aiuto concreto al prossimo anche durante la pandemia. E ora, dopo tre anni di attesa e a undici dall’ultima volta, l’Italia torna a ospitare il Maltacamp, ovvero il campo estivo internazionale per ragazzi disabili dell’Ordine di Malta. La settimana di vacanza e volontariato, dal 30 luglio al 6 agosto nel Monastero di San Vincenzo Martire a Bassano Romano, in provincia di Viterbo, richiama centinaia di giovani da tutto il mondo. Circa 450 gli iscritti tra staff, volontari e ospiti provenienti da oltre 22 Paesi che si ritrovano per un campo estivo all’insegna del vivere insieme, del divertimento e della crescita personale e spirituale, guidati dal tema tratto dal Vangelo di Matteo: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”.

Per fare sì che tutto questo progetto prendesse forma, il comitato organizzatore, composto da giovani volontari dei tre Gran Priorati d’Italia, in collaborazione stretta con l’Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta e con l’indispensabile supporto logistico del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, si è prodigato negli ultimi tre anni nell’organizzare tutte le attività, le gite, i momenti spirituali, gli ospiti e l’alloggio, così come ogni altro dettaglio di questa esperienza, il tutto in piena sicurezza logistica e sanitaria.

Il Maltacamp 2022 è un evento pieno di attività sia interne al campo (come giochi, laboratori e spettacoli), sia di gite ed escursioni per conoscere alcune delle meraviglie dei dintorni come Castel Gandolfo, residenza estiva dei pontefici, il Colosseo, la Galleria Borghese, il Palazzo del Freddo, Cinecittà World e tante altre ancora nei dintorni di Roma e Viterbo. L’evento avrà la benedizione iniziale del cardinale Silvano Maria Tomasi, delegato speciale del Papa presso il Sovrano Militare Ordine di Malta.

Francesco ha spiegato che “come famiglia umana abbiamo l’origine comune in Dio; abitiamo in una casa comune, il pianeta-giardino, la terra in cui Dio ci ha posto; e abbiamo una destinazione comune in Cristo. Ma quando dimentichiamo tutto questo, la nostra interdipendenza diventa dipendenza di alcuni da altri, perdiamo questa armonia dell’interdipendenza nella solidarietà, aumentando la disuguaglianza e l’emarginazione; si indebolisce il tessuto sociale e si deteriora l’ambiente. È sempre lo stesso modo di agire. Pertanto, il principio di solidarietà è oggi più che mai necessario, come ha insegnato san Giovanni Paolo II”.

Per il Papa, infatti, “in un mondo interconnesso, sperimentiamo che cosa significa vivere nello stesso villaggio globale. È bella questa espressione: il grande mondo non è altra cosa che un villaggio globale, perché tutto è interconnesso. Però non sempre trasformiamo questa interdipendenza in solidarietà. C’è un lungo cammino fra l’interdipendenza e la solidarietà. Gli egoismi, individuali, nazionali e dei gruppi di potere, e le rigidità ideologiche alimentano al contrario strutture di peccato”.

Bergoglio ha sottolineato, inoltre, che “la parola solidarietà si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto di più di qualche atto sporadico di generosità. È di più! Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni. Questo significa solidarietà. Non è solo questione di aiutare gli altri, questo è bene farlo, ma è di più: si tratta di giustizia. L’interdipendenza, per essere solidale e portare frutti, ha bisogno di forti radici nell’umano e nella natura creata da Dio, ha bisogno di rispetto dei volti e della terra”.

È proprio questo il fine del Maltacamp 2022. Come ha spiegato il Papa, infatti, “nel mezzo della crisi, una solidarietà guidata dalla fede ci permette di tradurre l’amore di Dio nella nostra cultura globalizzata, non costruendo torri o muri, e quanti muri si stanno costruendo oggi, che dividono, ma poi crollano, ma tessendo comunità e sostenendo processi di crescita veramente umana e solida. E per questo aiuta la solidarietà”. Con un invito chiaro: “Nel mezzo di crisi e tempeste, il Signore ci interpella e ci invita a risvegliare e attivare questa solidarietà capace di dare solidità, sostegno e un senso a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Possa la creatività dello Spirito Santo incoraggiarci a generare nuove forme di familiare ospitalità, di feconda fraternità e di universale solidarietà”.