Una nuova polemica coinvolge il direttore del Tg2. Dopo la criticata partecipazione alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, il 29 aprile, a Milano (che gli è costata un richiamo dalla Rai), Gennaro Sangiuliano è il protagonista di un nuovo “caso”, anche questa volta collegato al partito di Giorgia Meloni, dopo un intervento di Ignazio La Russa in diretta nella trasmissione di Lucia Annunziata. Come sottolineato in una nota dal sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai), nel corso di Mezz’ora in più su Raitre il senatore di FdI La Russa ha indicato il direttore del Tg2 – che lui chiama “Genni” – citandolo tra le personalità “compatibili con il governo e con l’Italia che vogliamo” in una lista che a domanda della giornalista ha definito di “persone pronte a sottoscrivere il nostro programma“.

Tutto questo mentre Sangiuliano è pronto ad andare domenica alla Festa della Lega di Cervia per moderare l’intervento di Matteo Salvini. “Autonomia e indipendenza dei Tg della Rai, alla vigilia delle elezioni, per i vertici dell’azienda non sono più un problema”, sottolinea l’Usigrai nella nota. “Dopo le parole di La Russa ci saremmo aspettati una risposta da parte dell’azienda – prosegue il sindacato -. L’Usigrai aveva chiesto ai vertici di prendere posizione per difendere l’autonomia e l’indipendenza del Tg2, il cui direttore durante la campagna elettorale estende la sua responsabilità anche sugli approfondimenti giornalistici di Raidue”. Sindacato dei giornalisti che sottolinea come lo stesso direttore Sangiuliano non ha fatto nulla per smentire La Russa. “Qualunque sia la ragione di questi silenzi, a rimetterci sono i cittadini e il loro diritto ad essere informati secondo i canoni di equilibrio, pluralismo, completezza, obiettività, imparzialità e indipendenza sanciti dal contratto di servizio per l’informazione di servizio pubblico della Rai”, conclude l’Usigrai.

E mentre lo stesso La Russa interviene per criticare quelle che definisce solo “becere strumentalizzazioni e attacchi a uno stimato professionista” che “non sta scrivendo alcun programma politico elettorale né sarà chiamato a sottoscriverlo”, critiche sono arrivate anche dal deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi: “Come può dirigere un telegiornale del servizio pubblico, a maggior ragione in campagna elettorale, chi assume simili posizioni nei confronti di un partito?”, chiede Anzaldi in un’intervista a VigilanzaTv chiedendo l’intervento dell’Amministratore delegato e dei consiglieri della Rai: “In qualsiasi altra stagione del servizio pubblico un direttore che tiene un comizio politico ad una convention elettorale di un partito, addirittura prendendo in giro l’azienda perché aveva chiesto l’autorizzazione per moderare un dibattito, sarebbe già stato allontanato”, continua Anzaldi: “Che diriga un tg in campagna elettorale e addirittura conduca, di fatto, l’unica trasmissione di approfondimento giornalistico in prima serata, è davvero senza precedenti. Se non intervengono su questo, Fuortes e la presidente Soldi che ci stanno a fare?”, conclude il segretario della commissione di Vigilanza Rai.

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