Stavolta dovrebbe esibirsi nel piccolo centro di Pietracatella, in provincia di Campobasso. E' noto per essere il nipote del boss catanese Salvatore Cappello, al 41 bis dal 1993, al quale nel 2016 ha dedicato una canzone
Nuove polemiche per un concerto del cantante neomelodico Niko Pandetta. L’Associazione contro le illegalità e le mafie A. Caponnetto in una lettera alla Prefettura di Campobasso, alla Questura ed al sindaco di Pietracatella, chiede il blocco del concerto del trapper previsto per sabato sera nel piccolo centro di Pietracatella, in provincia di Campobasso. Pandetta è noto per essere il nipote del boss catanese Salvatore Cappello, al 41 bis dal 1993, al quale nel 2016 ha dedicato una canzone che tra l’altro recita: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”. E’ a processo per minacce a una giornalista e alla direttrice di Meridionews.
La segretaria nazionale Simona Ricotti esprime “indignazione e preoccupazione sia sotto il profilo dell’Ordine Pubblico per quanto potrà accadere questa sera durante lo svolgimento di questo anomalo e pericoloso concerto, sia per il messaggio perverso e diseducativo che esso potrebbe trasmettere alla gioventù locale. Pertanto, nella certezza di trovare il giusto accoglimento a tutela della legalità, chiediamo di bloccare, come già accaduto in molti altri comuni d’Italia, il concerto che rischia di trasformarsi in una vera e propria celebrazione della mafia“. L’associazione sottolinea come “non sia accettabile dare questa immagine del Molise. Invitare “un artista” che dedica una canzone a un esponente di spicco della criminalità organizzata, di certo, non può essere ignorato e accettato. Uno spettacolo di questo tipo getta enormi ombre su tutto un territorio. Dubbi atroci che, ovviamente, potrebbero essere facilmente dissipati se Niko Pandetta prendesse “pubblicamente” posizioni serie contro il Sistema, condannando la malavita e scegliendo, finalmente, di mettersi dalla parte degli onesti. Onesti che, senza ombra di dubbio, rappresentano ancora la maggioranza”.