E’ un rimpallo di responsabilità tra Mosca e Kiev quello sul bombardamento del 28 luglio scorso del carcere di Olenivka, nella regione di Donetsk, controllata dai russi. Gli ucraini accusano i russi di aver attaccato il carcere per coprire i gravi crimini commessi dalla Russia nei confronti dei prigionieri di guerra ucraini, Mosca, dal canto suo accusa Kiev di aver bombardato con i famigerati missili Himars– forniti dagli Stati Uniti– la struttura di detenzione dove, secondo i russi, erano detenuti i combattenti della compagnia di Azov, potenziali testimoni, a detta di Mosca , dei crimini commessi da Kiev. “Il presidente Zelensky e Washington sono dietro l’attacco missilistico al centro di detenzione preventiva di Olenivka – ha scritto su Telegram il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin- L’obiettivo è quello di non consentire un nuovo processo di Norimberga, in cui i prigionieri nazisti di Azov inizierebbero a testimoniare”, ha concluso. Il tenente generale Igor Konashenkov, rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, riferisce che il bilancio sarebbe di 50 morti e 73 feriti. L’Ucraina chiede all’ Onu e alla Croce Rossa internazionale di inviare una missione di ispezione del carcere di Olenivka per accertare i fatti, come si legge in un comunicato congiunto delle Forze armate ucraine, i servizi di sicurezza e il commissario parlamentare per i diritti umani.
La reazione della comunità internazionale non ha tardato ad arrivare. “L’Unione europea – ha dichiarato Josep Borrell, Altro Rappresentante per la Politica estera dell’ Unione Europea– condanna con la massima fermezza le atrocità commesse dalle forze armate russe” e condanna “nei termini più forti possibili” l’attacco al carcere di Olenivka e l’evirazione, ripresa in un filmato, di un prigioniero ucraino. “Questi atti inumani e barbari -aggiunge Borrell- rappresentano gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e del loro Protocollo aggiuntivo e costituiscono crimini di guerra. Gli autori dei crimini di guerra e di altre gravi violazioni, così come i funzionari governativi e i rappresentanti militari responsabili, saranno chiamati a risponderne. L’Unione europea sostiene attivamente tutte le misure volte a garantire la responsabilità per le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse durante l’aggressione russa in Ucraina”.