Si è subito allargata al campo politico la polemica per gli scontri di sabato 30 luglio in Val Susa, al termine del corteo No Tav organizzato nell’ambito del Festival Alta Felicità. Un gruppo di manifestanti ha assaltato il cantiere a San Didero, provando a rimuovere parte del filo spinato che lo circonda. Dal gruppo sono partite poi pietre e petardi verso le forze dell’ordine, che hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Dodici i feriti nella polizia, secondo la Questura, colpiti da sassi e bombe carta.
L’associazione nazionale funzionari di polizia ha parlato di “black bloc” e invitato la magistratura a fare luce su “opachi rapporti che intercorrono tra certi ambienti politici ed i black bloc no tav, per verificare se vi siano elementi di partecipazione esterna che sostengono attraverso varie forme i violenti e le loro azioni o le istighino”. Critiche e parole di condanna da parte di quasi tutte le forze politiche, da Fratelli d’Italia, alla Lega al Pd. “Ennesimo attacco allo Stato” sono le parole della parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e dell’assessore della Regione Piemonte Maurizio Marrone, mentre per il leghista Rixi “qualcuno sta cercando di alzare lo scontro sociale. Sull’accaduto è intervenuto anche il sindaco dem di Torino Lo Russo che ha detto: “Violenze inaccettabili“. Dall’altra parte la replica di Alberto Perino, storico leader No Tav: “Non c’è stata alcuna violenza, c’è stato un banalissimo assedio del cantiere. Abbiamo voluto ricordare – ha aggiunto – che siamo contrari alla militarizzazione e a mantenere un fortino attorno al nulla, con uno spreco di risorse. Oggi c’era davvero tanta gente, anche dalla Germania e dalla Francia tanti giovani che si rendono conto che gli abbiamo rubato il futuro, e sono molto arrabbiati”