Ma era per nobile causa: raccogliere fondi per Unicef. L'evento organizzato da Luisa ViaRoma, colosso dello shopping di lusso, è stato un tripudio di glamour
Il dilemma. Jennifer Lopez o Peppino di Capri. La regina del trash/glam o il re del Neapolitan sound? Meglio gli sculettamenti della prima o quell’eco naturale da voce profonda che hanno fatto di Peppino il precursore, il gigante di quel Napul‘e power. Lì in Certosa, il cinquecentesco chiostro incorniciato da un allestimento troppo carico più adatto a una fiera di luminarie con processione della Santa. Santa JLo appunto. Pronta alla beatificazione visto che la sua performance l’ha offerta gratis. Per la seratona un capolavoro di marketing: fare sborsare 8000 euro a cranio per avere il “lato B” ondeggiante della popstar in faccia. Ma era per nobile causa: raccogliere fondi per Unicef. L’evento organizzato da Luisa ViaRoma, colosso dello shopping di lusso, è stato un tripudio di glamour.
Sono in piazzetta e mi basta vedere lo struscio: sembra una bomboniera rosa con profili piumati. Escalation e picozza sociale di Anna Dello Russo, da portacartelle dell’allora direttore di Vogue, Franca Sozzani, a influencer. Poi arriva lui, in baby doll color nude e cesto dì fiori in testa…sfilano la Gregoraci in rosso Siviglia e un po’ di spaccature e inter/glutei sotto voile e retine vedo/tutto. Sul “re carpet” anche la bella “questora” di Capri, Renata Catalano. Mi godo questo andirivieni e corro da lui, il nostro veracemente international, e Peppino lo è da oltre mezzo secolo, con 539 canzoni e 35 milioni di dischi venduti. Occorre una premessa: per il charity gala avevo invito di “serie B” (mi aveva invitato un’autorità) e includeva annuso a distanza dei vipponi e concerto di JLo. Poi ci sarebbe anche invito di “serie C” che prevedeva solo l’after party. Di là c’era Flavio Briatore, che adesso fa pure il pizzaiolo, e una fauna di polvere di stelline e qualche stella come Leonardo Di Caprio, immancabile capellino e aria molto molto scocciata per scoraggiare qualsiasi cacciatore di selfie. Di qua c’era il direttorissimo Ermanno Zanini, uno che il lusso lo mastica a colazione e che dirige una costellazione di alberghi sparsi per il mondo.
C’era Serenella Pacifico, una bellezza rinascimentale non Chiaraferrignizzata. C’era la stilista Luisa Beccaria, che tra l’altro ha anche vestito JLo. C’erano senatori (Riccardo Villari) e candidati senatori (Paolo Fiorillo). Dario, figlio dì Peppino (anche lui talento naturale e voce potente) e l’eterea Mousse, anfitrioni a bordo piscina. Capri incastonata come un presepe ai nostri piedi. E quando Peppino attacca Luna Caprese è un boato che hanno sentito pure alla Certosa. Quando guardandomi negli occhi, mi dedica Champagne, mi sciolgo in una veloutè di emozioni. Il mio after party è in Taverna da Anema e’ Core dove ci viene pure Di Caprio. Tiè. Il day after invece faccio splash al Beach Club del Hotel La Palma, dì freschissima inaugurazione (neanche Briatore lo sa) un oasi dal menù stellato e spiaggetta privata nascosta tra le rocce, lontana dai pacchiani e roboanti party in barca.