Divulgatore informatico e imprenditore, è entrato in punta di piedi nelle case degli italiani. O meglio: nei pc, negli smartphone e nei tablet di milioni di persone. Salvatore Aranzulla è il rifugio di chiunque abbia un problema o anche solo un dubbio digitale. In due decenni, circondandosi di soli collaboratori, ha costruito un vasto impero economico e la sua azienda, la Aranzulla S.r.l., è in costante crescita. Il segreto di tanto successo? Rigore, precisione metodo. Il suo primo articolo, ‘come installare una stampante’, è di gennaio 2002 e ancora oggi, a 32 anni, Aranzulla programma, studia contratti, fa consulenze (a 10mila euro all’ora) e scrive articoli. In Italia, il sito Aranzulla.it è più visitato di Amazon e dichiara, per il 2021, 3,8 milioni di fatturato: offre 15mila pagine su problemi tecnologici di ogni tipo, da ‘come accendere un pc’, fino alla scelta di un antivirus, di un nuovo smartphone e di un gestore telefonico. Ogni giorno, più di 690mila utenti lo consultano ed è così cliccato che, se si cerca su Google ‘come usare Google’, la prima soluzione offerta, ancor prima di Google stesso, è un articolo di Aranzulla.
Intervistato dal Corriere, l’informatico ha raccontato della passione per il suo lavoro, parlando anche delle nuove generazioni: “Potrei non lavorare più. Lo faccio perché mi piace. Ma appena metto il naso fuori dall’ufficio impazzisco: il mondo del lavoro è pieno di scappati di casa”. E ancora: “Le aziende assumono giovani incapaci per risparmiare. Ci ho a che fare ogni giorno. Vogliono un testimonial. Dicono: fissiamo una call. Io chiedo prima: avete il budget? Risposta: per ora no, ma sentiamoci lo stesso, anche solo per raccontarci le vacanze. Le vacanze? Ma che lavoro fa questa gente illicenziabile? Telefona?”. Poi un tuffo nel passato: “Quando sono venuto a Milano, a diciott’anni, il mio sito fruttava 36 mila euro l’anno. Ci dovevo pagare le tasse, l’affitto, la retta in Bocconi. Non è che potessi non lavorare. Oggi mi pare che i genitori difendano sempre i figli, facendone imbecilli. I modelli sono rapper analfabeti e tiktoker che lasciano la scuola. Cambia l’algoritmo, e vanno in rovina. A cinquant’anni chi si occuperà di loro?”.
Nel corso dell’intervista, c’è stato spazio anche per rivelare i guadagni del sito: “Il fatturato 2021 era di 3,8 milioni. Il 50% viene da pubblicità. Il 25% da link affiliati alle aziende. Il restante 25% sono i corsi che faccio, le collaborazioni in cui sono testimonial. Da due anni ho disdetto tutti i miei investimenti in prodotti di banche italiane, che sono costosi e hanno rendimenti imbarazzanti. Faccio da solo”. Sugli interessi degli italiani, invece: “Le domande cambiano. Oggi la più frequente è come funziona Only Fans e se bisogna pagare”. Aranzulla non ha mai smesso di amare il suo lavoro e, anche quando ha tentato di godersi un po’ di riposo, non ne ha potuto fare a meno: “Al trentesimo compleanno ho preso due settimane di pausa. Mi cullavo con l’idea di non lavorare più: potrei. Ma mi annoiai. In un giorno ho finito i miei libri di Agatha Christie, Netflix mi stufava. Ieri c’era un procedimento che richiedeva 68 minuti. Io e il mio programmatore lo abbiamo riprogrammato, ora ne impiega uno. Questa roba per me è meglio del sudoku”.
In una breve parentesi sulla salute, inoltre, l’imprenditore ha rivelato di soffrire di attacchi di panico: “In palestra sono svenuto sotto un bilanciere da cento chili. Potevo morire. Di lì ho iniziato a soffrire di attacchi di panico. Ne ho parlato in una seduta, e ho avuto un attacco anche lì. La terapeuta non sapeva che fare”. Infine, un parere sul reddito di cittadinanza: “Folle assistenzialismo”.