Quando lo scorso febbraio i militari della Guardia di finanza entrarono nella sua proprietà si trovarono di fronte a una collezione di opere d’arte degne di un museo. Furono i beni – dipinti di Picasso, Cezanne, Kandinsky, De Chirico, Fontana, Savinio, Modigliani, Mirò, Morandi, Campigli, Chagall, Rotella e la statua del suo gatto, creata dal maestro colombiano Botero – sequestrati a Lanfranco Cirillo, 63 anni, architetto il cui nome è stato legato a quello di Vladimir Putin e altri oligarchi che in passato lo hanno ingaggiato per organizzare le loro residenze. Oggi è stata diffusa la notizia che al professionista è stato notificato un sequestro da 141 milioni di euro tra beni mobili e immobili. Il professionista è accusato di reati fiscali e tributari. Tra i beni sequestrati ci sono abitazioni di lusso, conti correnti, denaro contante pari a 670mila euro, gioielli, opere di arte moderna e contemporanea di autori famosi e persino un elicottero.
Il sequestro conclude le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia scattate nei mesi scorsi in seguito all’individuazione di un elicottero, immatricolato in Russia, per il quale non erano stati assolti gli adempimenti di natura doganale e che ha portato a scoprire un presunto caso di fittizia residenza all’estero. Il professionista è indagato, in particolare, per non aver dichiarato dal 2013 al 2019, pur mantenendo in Italia il centro dei propri interessi familiari, affettivi ed economico-patrimoniali, redditi per decine di milioni di euro. Le attività di indagine si sono incentrate sulla constatazione di “notevoli manifestazioni di ricchezza del tutto sproporzionate rispetto ai redditi imponibili dichiarati, per le quali non sono state fornite giustificazioni idonee ad acclararne la liceità sul piano fiscale”. Di conseguenza il Gip, sulla base del quadro probatorio emerso, ha disposto il sequestro preventivo per sproporzione.
Cirillo in una intervista di alcuni mesi fa aveva raccontato che Masterskaya, il suo studio moscovita aveva “duemila dipendenti”: e sarebbe anche per questa mole di lavoro che avrebbe avuto un corrispettivo guadagno. Secondo l’oppositore russo Aleksej Navalnyj l’architetto italiano sarebbe stato la mente del “palazzo d’Inverno” sul Mar Nero di Putin. “È una Dom Priyemov, una “casa dei ricevimenti” per meeting aziendali e conferenze come confermato dal professionista. Per il legale di Cirillo, l’avvocato Stefano Lojacono di Brescia a LaPresse ha spiegato che il sequestro “manca del suo presupposto, che consiste nella ritenuta esterovestizione dell’architetto Cirillo. Al contrario è da molti anni effettivamente emigrato in Russia, lì ha posto il centro dei suoi interessi e ha svolto la sua attività in modo esclusivo, lavorando per alcuni degli imprenditori e uomini più importanti di quel Paese e non avendo mai avuto un solo cliente italiano“.