Il report Osmed 2021 (fine luglio 2022) sul consumo di farmaci in Italia certifica che la Campania primeggia (tra i tanti record negativi!) anche qui. Questo pur restando la Regione più giovane di Italia e, per questo motivo, la Scienza ci dice che il “consumo sanitario” specie di farmaci dovrebbe essere inferiore. Su questa base scientifica pertanto il Ssn eroga per la Campania la quota capitaria più bassa di Italia con circa 200 milioni di euro/anno in meno.

Fa veramente impressione per un competente tecnico come me – titolare dell’incarico di Farmaco economia presso il prestigioso IRCCS Pascale sin dal luglio del 2001, e, per questo, diventato Presidente dei Medici dell’Ambiente di Napoli – dovere prendere atto di come, con estrema attenzione da parte di tutti i “tecnici” campani intervistati sull’argomento a cominciare dai sindacalisti medici, si eviti persino di pronunziare la locuzione “degrado e disastro ambientale” alla base del danno sanitario da deprivazione economica, che invece si cita in eccesso quale determinante patogenetica prioritaria del danno gravissimo alla salute pubblica che ormai tutti i circa tre milioni di cittadini campani che vivono nella cosiddetta Terra dei Fuochi campana sperimentano ogni giorno sulla propria pelle, con roghi tossici immensi e quotidiani in questa quarta fase, mentre il nostro Presidente Vincenzo De Luca nega ancora che ne esista una prima.

Cosa nasce prima ed è più importante anche come base scientifica per chiedere adeguato ristoro sul fondo del Ssn? La deprivazione economica, con “colpa” quindi da addossare ai soli cittadini “poveri” che in quanto tali lavorano in eccesso anche in nero, o un degrado ambientale grave, pluridecennale e ingravescente, dovuto innanzitutto ad una politica becera e clientelare che non vuole affrontare i dovuti controlli preventivi sulle aziende manifatturiere – specie per evitare l’eccesso di lavoro nero che caratterizza, sempre al primo posto nazionale, la Campania? Nasce prima l’uovo o la gallina?

L’eccesso di lavoro nero e conseguente “smaltimento a nero”, conseguente alla “deprivazione economica” da oltre trenta anni, ci ha reso ufficialmente i cittadini più giovani ma più malati di Italia. Ma attenzione, quasi esclusivamente nelle province di Napoli e Caserta. A conferma di ciò:

a) i dati inoppugnabili che certificano l’assenza di significative differenze in aspettativa di vita tra provincia di Napoli e resto d’Italia negli anni Settanta, pur da sempre registrando Napoli il dato più basso in termini di Pil pro capite;

b) oggi non viene minimamente richiamata né citata da nessuno dei “tecnici” intervistati l’assenza di un significativo eccesso di consumo di farmaci nelle province campane a minore Pil pro capite (Benevento, Avellino e Salerno) ma a maggiore aspettativa di vita media rispetto alle province di Napoli e Caserta.

Se andiamo ad esaminare sia l’aspettativa di vita media che il consumo individuale di farmaci in benchmarking tra le province di Napoli e Caserta vs. le province di Benevento, Avellino e Caserta, ne consegue la ovvia considerazione che il consumo di farmaci è aumentato per la realtà di un eccesso di patologie croniche invalidanti in giovane età e in continuo e costante incremento soprattutto nelle due provincie di Napoli e Caserta rispetto alle altre province della Campania, in particolare Benevento che pure resta la provincia a minore Pil procapite. Consumiamo più farmaci perché siamo oggettivamente molto più malati rispetto per esempio a Bolzano, ma soprattutto nelle due province di Napoli e Caserta.

Non consumiamo farmaci in eccesso soltanto perché più poveri (la povertà così come la vecchiaia non è sinonimo di malattia), ma perché la deprivazione economica è fedele spia metodologica, ma non unica e sottostimante, di un degrado sociale e civile con eccesso di lavoro nero e dominio incontrastato della camorra che determina il maggiore degrado ambientale (Terra dei Fuochi che non si deve neanche nominare), vera causa del danno alla salute pubblica da ormai oltre trent’anni.

Come ha dimostrato l’ottimo Epidemiologo ambientale Prof. Crosignani, già titolare del registro tumori Lombardia e oggi prezioso consulente scientifico di Isde Medici Ambiente nazionale, la deprivazione economica incide per il 43% della popolazione residente nell’area di un maxi inceneritore lombardo, laddove, nella valutazione del danno alla salute, l’eccesso di mortalità registrata arriva al 71%! La domanda che si pone quindi il prof. Crosignani, la medesima che mi sono posto io molti anni fa in Campania, diventa quindi la seguente: come fa un fattore che influenza la mortalità per il 30% ad essere una spiegazione plausibile di un aumento della mortalità, e quindi anche del “consumo sanitario”, del 71%?

Ricordo ancora che, al netto della deprivazione economica applicata dal gruppo di lavoro epidemiologico di ISS nel progetto Sentieri che vede coinvolti ben 2.8 milioni di soli cittadini campani sui 6 complessivi nazionali, l’eccesso statisticamente significativo di incidenza e mortalità in Terra dei Fuochi da scorretto smaltimento rifiuti prevalentemente industriali è dimostrato da ISS sin dal 2013, riconfermato alla Procura di Napoli nord nel 2021.

Dispiace e addolora che persino i sindacati medici si allineino alle richieste della politica di non nominare non solo Terra dei Fuochi, ma anche “degrado ambientale” quale principale causa patogenetica del danno alla salute pubblica provocata dal malgoverno ultratrentennale della nostra martirizzata regione Campania, allineandosi alla “versione ufficiale” della sola “deprivazione economica” quale unica causa di tale disastro sociale e ambientale divenuto ormai soprattutto sanitario.

Nasce prima l’uovo o la gallina? In ogni caso la responsabilità del malgoverno ultra trentennale nella mia Regione sul piano della Prevenzione Primaria e del mancato controllo del territorio e delle attività industriali manifatturiere in nero risulta ampiamente una determinante patogenetica maggiore della sola e misera “deprivazione economica”, sottostimante e falsata come dato in Campania proprio dall’eccesso di lavoro nero.

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