"Al condirettore del Corriere dello Sport, che riguardo il presunto cambio di tifoseria della nostra leader ha detto "Se peccato è, in questo caso non è il peggiore peccato di Giorgia Meloni", la Anzaldo ha replicato con un "Ce ne sono tanti altri" accompagnato da una risata compiacente. Si tratta di un episodio inaccettabile", denuncia Daniela Santanché. E la Lega annuncia un esposto all'Agcom. Lei: "Nelle mie intenzioni parlavo ancora di calcio"
Polemiche contro la giornalista Rai Elisa Anzaldo, una dei conduttori dell’edizione delle 20 del Tg1. Lega e Fratelli d’Italia la attaccano – tirando in mezzo anche l’Agcom e la Vigilanza – per una battuta pronunciata durante la rassegna stampa mattutina di mercoledì 3 agosto, in un dialogo con il condirettore del Corriere dello Sport Alessandro Barbano. “Molto grave quanto accaduto questa mattina nel corso della rassegna stampa del Tg1, dove in maniera del tutto gratuita e in violazione di qualsiasi principio deontologico la conduttrice Elisa Anzaldo, peraltro volto dell’edizione delle 20 del Tg1, ha pesantemente attaccato Giorgia Meloni. Al condirettore del Corriere dello Sport, che riguardo il presunto cambio di tifoseria della nostra leader ha detto “Se peccato è, in questo caso non è il peggiore peccato di Giorgia Meloni”, la Anzaldo ha replicato con un “Ce ne sono tanti altri” accompagnato da una risata compiacente. Si tratta di un episodio inaccettabile e gravissimo, senza alcun contraddittorio, del tutto pretestuoso e per giunta alle soglie della campagna elettorale”, ha denunciato, per prima, la capogruppo di FdI in Commissione di Vigilanza Rai Daniela Santanché.
Durissima anche la Lega, che “chiede alla Rai l’immediata sospensione di Elisa Anzaldo dalla partecipazione ai programmi dopo lo spettacolo indecente visto stamane durante la rassegna stampa del Tg1. È inaccettabile che un volto di primo livello quale Anzaldo, che è conduttrice del Tg1 delle 20 ovvero il principale e più seguito telegiornale dell’azienda su scala nazionale, si permetta di deridere un leader politico senza contraddittorio e durante un appuntamento informativo come la rassegna del mattino. Un comportamento inammissibile, in sfregio a tutti i principi della par condicio, che viola qualsiasi codice deontologico e di correttezza a cui sono tenuti i giornalisti. Stiamo predisponendo una segnalazione all’Agcom (l’Autorità garante delle comunicazioni, ndr) perché non è in alcun modo tollerabile che ci siano giornalisti che fanno politica sempre nella stessa direzione, invece di svolgere la propria professione in maniera limpida. L’informazione da parte del servizio pubblico deve sempre garantire imparzialità ed equilibrio, a maggior ragione in questo momento di campagna elettorale, e Anzaldo si è rivelata non in grado di rispettare questi principi fondamentali”, affermano in una nota i parlamentari del Carroccio in Commissione di Vigilanza.
L’equivoco ha spinto a intervenire anche la direttrice del tg della rete ammiraglia, Monica Maggioni (già presidente della Rai), con un messaggio inviato alla redazione: “Carissimi, siamo nel mezzo di una campagna elettorale estremamente complessa che richiede il massimo della nostra concentrazione e professionalità. Un episodio accaduto nella rassegna stampa di questa mattina mi spinge a ricordare che il nostro dovere è quello di andare in onda restituendo ai nostri spettatori il senso di sobrietà e di totale equilibrio proprio del servizio pubblico. Per questa ragione dobbiamo tutti porre una attenzione ancora maggiore del consueto in tutto quello che facciamo e diciamo in onda. Certa di poter contare su ognuno di voi vi auguro buon lavoro”. E nel pomeriggio la conduttrice chiede scusa: “Mi rendo conto che una battuta venuta male, nella rassegna delle sette del mattino, sta dando spazio a interpretazioni distorte del mio pensiero. Nella conversazione con Alessandro Barbano ho chiosato sulla metafora calcistica ma il risultato finale è stato diverso da quello che avrei voluto. Nelle mie intenzioni parlavo ancora di calcio. Poiché il tono è stato avvertito come improprio, me ne scuso”.