Il signor Michele Criscitiello ha un suo metro speciale per misurare la qualità dei giornalisti: non devono disturbare i suoi amici e possono essere considerati solo sulla base di quanto guadagnano. Un concetto che ha espresso, senza lasciare spazio ad interpretazioni, in un suo “editoriale” pubblicato sul sito che dirige. Parlando della Fiorentina e di quelle simpatiche personcine che stanno al vertice della Viola, si è indignato perché alcuni giornalisti aveva osato avanzate critiche al signor Commisso e al signor Barone. Persino, udite udite, far qualche domanda scomoda. L’agile penna del signor Criscitiello non perdona: “Nonostante i tanti attacchi mediatici perché, come abbiamo capito, gente come Commisso e Barone che per fare soldi hanno fatto la guerra in America non temono certamente giornalisti da 1200 euro al mese che provano a gettare fango su un progetto bello come quello viola”.

Ora, personalmente non so a quali “guerre” si riferisca Criscitiello. L’indignato editorialista se la prende con i giornalisti “pagati 1200 euro al mese”. Non so quanto guadagni questo signore e neppure da dove arrivino i soldi che intasca. Non mi interessa. Mi interessa spiegargli però alcune cose. Giancarlo Siani, che faceva il giornalista quando la camorra lo ammazzò, aveva 26 anni e forse non guadagnava neppure la metà di 1200 euro (era da pochissimo praticante), Peppino Impastato, ammazzato dalla mafia, neppure quelli. Personalmente quando lavoravo al giornale l’Ora avevo un compenso di 450mila lire. Questo non mi ha impedito di fare inchieste che hanno scatenato un putiferio e fatto aprire indagini della magistratura che hanno poi mandato “al gabbio” i potenti della mia terra.

I giornalisti, egregio signor Criscitiello, si misurano su quello che scrivono e soprattutto sulle domande che fanno. Soprattutto si misurano su quelle che fanno ai potenti e agli arroganti. Lì si capisce se hanno o non hanno gli attributi. Non da quanto guadagnano. Conosco colleghi che in Toscana neppure li vedono 1200 euro al mese, ma loro li vedi ovunque vi sia un casino grosso, ovunque ci sia una storia da raccontare. Non seguo lo sport, ma ho notizia che anche in quel settore ci siano colleghi che non abbassano la testa davanti ai presidenti e ai direttori sportivi e alle loro pretese. Che non si fanno spaventare da urla, ritorsioni e minacce. Insomma: meglio guadagnare 1200 euro al mese piuttosto che stare a libro paga di questo o quel potente.

Al signor Criscitiello voglio anche ricordare che chi ha un contratto da 1200 o 1500 euro è un fortunato. Gli altri vanno avanti “a cottimo”, con cifre miserabili e senza neppure il rimborso delle spese per gli spostamenti. Se poi uno degli amicuzzi del signor Criscitiello decide, tanto per divertirsi, di fargli una querela a pene di segugio, dovranno pure pagarsi avvocati per anni e, anche vincendo, avranno speso cifre che non possono permettersi.

Un mondo senza regole, che massacra i colleghi e massacra la qualità dell’informazione. Sono tantissimi i giornalisti sfruttati, costretti ad ammazzarsi di lavoro da editori sciacalli e spesso improvvisati o al servizio di un partito o di un potente. Vederli pure insultati da un personaggio come Criscitiello fa – come si dice a Firenze – tappare la vena.

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