Il distacco di una frana sul Cervino ha reso necessaria l’evacuazione di alcuni alpinisti, colti dal fenomeno mentre si trovavano sul posto. L’operazione di soccorso in elicottero si è conclusa poco prima delle 21 di ieri, 2 agosto. I 13 alpinisti si trovavano lungo la via normale di ascesa italiana, quando si è verificato il crollo nella zona di Testa del Leone (3715 metri). Secondo gli esperti la causa è attribuibile all’emergenza legata alla siccità.
Le operazioni di salvataggio sono state condotte dal soccorso alpino valdostano e dal soccorso alpino della Guardia di finanza di Cervinia e non hanno evidenziato vittime. Le due cordate che, al momento del crollo, si trovavano nell’area sottostante alla frana, hanno spiegato ai soccorritori di non aver visto altri alpinisti dietro di loro. Questa versione è stata in seguito confermata anche dagli scalatori che erano a Capanna Carrel (3.830), quindi nei pressi del punto del crollo. Nella giornata di oggi, 3 agosto, è stata chiusa in via temporanea con un’ordinanza la via normale per consentire le valutazioni da parte dei geologi sulle condizioni della montagna. “Stiamo emettendo l’ordinanza di chiusura momentanea della via normale italiana in quanto dobbiamo verificare con i geologi la frana che c’è stata ieri sulla Cresta del Leone”, spiega all’Ansa il sindaco di Valtournenche, Jean Antoine Maquignaz. Dal 20 luglio scorso le guide alpine hanno deciso di sospendere le ascese lungo questo itinerario per il rischio di crolli legato alla siccità.
La “immediata, temporanea, chiusura della via italiana del Cervino in salita ed in discesa” è stata decisa “al fine di scongiurare il pericolo per l’incolumità pubblica e dare la possibilità agli uffici competenti di disporre le necessarie verifiche del caso”, si legge nell’ordinanza comunale di Valtournenche. Nel provvedimento si ricordano le “condizioni particolarmente delicate di queste ultime settimane dovute ad un importante rialzo termico”, il “perdurare delle alte temperature, al di fuori della norma” che “è causa di distacchi di pietre dalla Testa del Leone lungo la via italiana del Cervino” e anche “la sospensione delle attività legate alle salite sul Cervino già disposta dalla Società guide alpine del Cervino”. La decisione è legata poi alla “urgenza di provvedere in merito, al fine di prevenire il pericolo che minaccia l’incolumità degli alpinisti” ed è stata adottata dopo che il sindaco ha consultato il “Dipartimento di protezione civile della Regione Valle d’Aosta, le guide alpine del Cervino e il soccorso alpino Guardia di finanza”. Nel 2015 il suo predecessore aveva chiuso la via italiana alla vetta per poco più di due settimane, tra la fine di luglio e Ferragosto, a seguito di alcune frane cadute a 3.000 metri di quota nella zona della Cheminée.