La cestista americana lo scorso 17 febbraio fu arrestata dalla polizia russa per possesso di olio di cannabis. Una settimana dopo scoppiò la guerra in Ucraina. Dopo quasi 6 mesi, la campionessa olimpionica è stata condannata a scontare 9 anni di reclusione in Russia
Britney Griner è stata condannata a nove anni di reclusione. L’ultimo capitolo della vicenda della cestista americana che lo scorso 17 febbraio è stata arrestata dalla polizia russa per possesso di olio di cannabis. Arresto che è arrivato una settimana prima dello scoppio della guerra in Ucraina: così la campionessa olimpica di Rio 2016 e Tokyo 2020 si è ritrovata coinvolta in una vicenda che ha incrociato i rapporti diplomatici ai massimi livelli tra Mosca e Washington. Negli Stati Uniti è scattata la mobilitazione per chiedere la sua liberazione, fino alla richiesta di uno scambio di prigionieri arrivata a processo già in corso. Ecco tutte le tappe del caso Griner:
17 febbraio – arresto all’aeroporto di Sheremetyevo
Il 17 febbraio 2022 Griner viene fermata all’aeroporto di Sheremetyevo, a Mosca, con l’accusa di traffico di stupefacenti. Nella borsa della donna vengono trovate ricariche con olio di cannabis per la sigaretta elettronica. Scatta l’immediato arresto: qui inizia il calvario della star delle Phoenix Mercury. Fin dal principio è chiara la gravità del fatto in quanto meno dell’1% degli imputati nei procedimenti penali russi viene assolto. Inoltre, a differenza dei tribunali statunitensi, le assoluzioni possono essere annullate.
8 marzo – prima richiesta di liberazione Usa
Il dipartimento di stato statunitense chiede alla Russia la liberazione della stella del basket femminile. Nel frattempo, le tv statali russe divulgano una foto dell’atleta, in piedi in una caserma di polizia, con in mano un pezzo di carta su cui è scritto il suo nome. Cresce il timore che l’arresto dell’atleta sia legato all’invasione russa dell’Ucraina.
4 luglio – Griner invia un appello a Joe Biden
Quasi cinque mesi dopo il suo arresto la cestista invia una lettera-appello al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Mentre sono qui in una prigione russa, sola con i miei pensieri e senza la protezione di mia moglie, la mia famiglia, i miei amici, la maglia olimpica o qualsiasi risultato, sono terrorizzata dall’idea di rimanere qui per sempre. Non dimenticarti di me e degli altri detenuti americani”, queste le parole utilizzate nell’occasione dalla giocatrice Wnba. Messaggio al quale il governo di Washington rispose: “Riteniamo che la Federazione russa stia trattenendo ingiustamente Brittney Griner. Il governo degli Stati Uniti continua a lavorare in modo aggressivo – usando ogni mezzo disponibile – per riportarla a casa”.
7 luglio – Griner si dichiara colpevole
Al ritorno in aula dopo quasi 5 mesi di detenzione l’olimpionica si dichiara colpevole davanti al Tribunale. La donna ammette di aver contrabbandato la droga: “La signora Griner si dichiara colpevole, afferma che non era sua intenzione trasportare bagagli con droghe né commettere un crimine”. La giovane giocatrice sottolinea anche che si è trattato di un episodio involontario in quanto stava facendo le valigie in fretta: “Avevo fretta mentre facevo le valigie e i flaconi sono finiti accidentalmente nella mia borsa”.
13 luglio – Lebron James attacca gli Stati Uniti
Il caso Griner movimenta l’intero mondo del basket americano che scende in campo con il suo più famoso rappresentante: Lebron James. La stella dei Los Angeles Lakers si rivolge direttamente all’amministrazione Biden. “Perché mai dovrebbe voler tornare in America, dopo che è stata lasciata sola per così tanto tempo. Come può sentirsi sostenuta dagli Stati Uniti?”. Le parole del giocatore Nba seguono quelle dell’allenatrice di Griner, Vanessa Nygaard, che la settimana precedente lo aveva tirato in ballo dicendo che se si fosse trattato di lui all’epoca sarebbe già tornato a casa.
28 luglio – ipotesi di uno scambio con il trafficante d’armi russo Viktor Bout
Gli Stati Uniti presentano alla Russia una “proposta concreta” per il rilascio dei cittadini americani detenuti a Mosca, tra i quali la campionessa delle Phoenix Mercury. Washington è disposta a lasciar tornare a Mosca Viktor Bout, un trafficante d’armi russo noto come “il mercante della morte“. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, conferma l’avvio trattativa. Pochi giorni dopo ci sarà la prima telefonata dallo scoppio della crisi russo-ucraina tra il segretario di Stato Usa Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov.
4 agosto – Griner condannata a nove anni di reclusione
La cestista viene giudicata colpevole di traffico di droga e condannata a nove anni dal giudice del Tribunale di Khimki. Prima del verdetto Griner supplica il giudice: “Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula“. Biden replica immediatamente: “La cittadina americana Brittney Griner ha ricevuto una sentenza che ricorda ancora una volta quello che il mondo già sa: la Russia detiene ingiustamente Brittney. È inaccettabile e chiedo alla Russia di rilasciarla immediatamente“.