Esorto Michele Santoro a insistere nella sua idea di fondare un partito della pace e lo prego anche di compiere il passo seguente, quello di far sì che la lista possa presentarsi alle elezioni del 25 settembre. È molto difficile raccogliere le firme in tutti i collegi ma se esiste una persona che può compiere questo miracolo, è proprio lui. Il raggiungimento di questo primo importante obiettivo è possibile perché sono convinto che nella società la sensibilità al tema della pace sia molto forte, come pure è ben presente il disincanto verso il mainstream sulla guerra e sulle sue origini.
I partiti, tutti, hanno impostato la campagna elettorale secondo i soliti schemi della politica italiana, come se il mondo fosse ancora quello di qualche anno fa; le diatribe, sono sempre le stesse. Con questo non voglio dire che i temi di politica interna, che contrappongono i partiti, non siano importanti, solo che ora sono diventati secondari rispetto agli esiziali pericoli a cui stiamo andando incontro.
Sintetizzo molto per motivi di spazio: se non si troverà un accordo per una ricomposizione rapida e definitiva del conflitto russo-ucraino e se non ci sarà una nuova ampia intesa tra tutte le potenze, compresa la Cina, a mio avviso si aprono per noi questi tre ineluttabili scenari, ciascuno con le stesse probabilità di realizzarsi.
Il primo sarebbe l’arrivo in Italia della troika, più o meno camuffata, fine dell’Ue e dell’euro, distruzione reale del nostro continente come conseguenza di guerra europea con uso massiccio di armi nucleari, non solo tattiche. I partiti (anche i 5 Stelle) sono troppo condizionati – anche se singoli esponenti qualche volta si differenziano – dalla retorica atlantica per poter affrontare in modo veramente deciso – con iniziative nuove anche unilaterali, tipo quelle proposte dal prof. Orsini – le questioni della guerra, il ruolo dell’Europa che deve essere autonomo, della funzione diversa che deve avere la Nato, più simile alle origini.
L’iniziativa autonoma italiana – per il nostro passato, per l’importanza del paese e per il ruolo trascinante che potrebbe avere anche verso i governi e soprattutto le popolazioni di altri paesi molto importanti della Ue – potrebbe davvero sortire straordinari effetti riguardo alla risoluzione della guerra, che deve essere il nostro obiettivo precipuo, raggiunto il quale anche gli altri due pericoli economico-politici, che gravano minacciosi sulle nostre teste di italiani ed europei, sarebbero per diverso tempo scongiurati.
Perciò diventa fondamentale che nasca un nuovo soggetto che si prefigga in via prioritaria di affrontare questi temi di politica estera da cui dipende, ripeto, la nostra stessa esistenza. La vittoria è possibile perché ci sono valanghe di voti potenziali tra il non voto, già sicuro, e quello “indeciso”. Poi ci sono voti anche tra gli ex fedeli elettori dei partiti (anche di destra), molti delusi. Importante però è che questo partito non si presenti come una costola pacifista della sinistra, ma che invece si dichiari al di sopra di ogni vecchia collocazione, così che possano aderirvi anche personalità che in passato si siano dichiarate di destra (oltre naturalmente a quelli di sinistra).
Aggiungo che sarebbe auspicabile che il Movimento 5 Stelle non si presenti, nonostante io stimi moltissimo Conte per quello che ha fatto quando era al governo e valuti molto positivamente l’azione dei 5 Stelle nel corso di questi anni. Richiesta capisco difficile da digerire, ma a missione compiuta, ci sarà il ritorno alle vecchie divisioni del passato, per cui potranno rifarsi. Diranno che è nato il partito dei putiniani ma chi vuole la salvezza del proprio paese è solo un patriota. La Russia non sarà mai un nostro alleato; però Usa e Gb che pur in passato ci hanno molto aiutato ma che adesso hanno messo in conto di sacrificarci come europei sull’altare dei loro supremi interessi, sono alleati? Un’idea sul nome del nuovo partito: per la pace, per l’Italia, per l’Europa, per un’altra Nato.