Così suddivisi: 10mila per il "costo medio dell’intervento dei soccorritori" e 5mila alle "spese di sepoltura della vittima". Jean-Marc Peillex, primo cittadino della cittadina francese, aveva già diramato la raccomandazione, a metà luglio, di evitare la via normale di ascesa dal rifugio Gouter. Tuttavia, spiega: "Ci sono ancora decine di pseudo alpinisti pazzi" pronti a giocare "alla roulette russa"
“Vogliono salire sul Monte Bianco con la morte nello zaino? Allora anticipino i costi dei soccorsi e di sepoltura“. Lo ha detto (e scritto) il sindaco di Saint-Gervais (Francia), Jean-Marc Peillex, in un comunicato ufficiale. La decisione arriva in seguito all’aggravarsi della siccità, che provoca scariche di pietre sempre più frequenti. A tale proposito era già stata diramata la raccomandazione, a metà luglio, di evitare la via normale di ascesa dal rifugio Gouter, senza però ottenere risultati. A detta di Peillex ci sono ancora “decine di pseudo alpinisti pazzi” pronti a giocare “alla roulette russa”. Motivo per cui annuncia “misure adeguate all’incoscienza di alcuni e ai rischi che comportano per i soccorritori”.
Chi sceglie ugualmente di scalare, prosegue il primo cittadino, dovrà perciò versare una cauzione da 15mila euro, così suddivisi: 10mila per il “costo medio dell’intervento dei soccorritori” e 5 mila euro alle “spese di sepoltura della vittima”. Anche perché “è inaccettabile – scrive Peillex – che sia il contribuente francese a pagare questi costi”. Proprio dall’uso inappropriato del servizio di elisoccorso, nel 2021 la Valle d’Aosta ha incassato 210mila euro, destinati a compensi del personale, formazione e acquisto di materiale.
Peillex si impegna da anni per una regolamentazione dell’accesso a un itinerario battuto da 25mila scalatori ogni stagione. Nel tempo ha denunciato situazioni di ogni tipo. Atti di inciviltà, casi di sovra frequentazione, alpinisti più o meno improvvisati diretti alla vetta anche con bambini di cinque anni al seguito. Il pericolo principale lungo la salita si trova al Couloir du Gouter: ogni estate su questo canalone a 3.350 metri di quota piovono scariche di sassi, veloci e letali come colpi di mortaio. Impossibile prevederle, ancor più in un periodo di ondate di caldo record. Dopo che anche le guide alpine hanno sospeso le salite almeno sino a Ferragosto, “i gendarmi hanno appurato che circa 50 pseudo alpinisti a fine luglio hanno sfidato la raccomandazione” diramata da comune e prefettura dell’Alta Savoia. Il 30 luglio dei giovani “volevano tentare la salita in pantaloncini e scarpe da ginnastica. È stato necessario l’intervento dell’elicottero della gendarmeria per intimare loro di fare dietro front prima del Couloir du Gouter. Sono tornati indietro, ma – lamenta il sindaco di Saint-Gervais – hanno dichiarato che ci avrebbero riprovato il giorno seguente!”. Visti i cambiamenti climatici in atto, Peillex propone di destagionalizzare la montagna, anticipando l’apertura e posticipando la chiusura degli impianti di risalita. Un modo per poter affrontare le ascese prima e dopo le ondate di caldo. Parallelamente, “durante i periodi di canicola”, alcuni impianti dovrebbero restare chiusi in modo da scoraggiare salite ad alto rischio.